Economia e religione - Quando il grano diventava comunione: alle origini di istituzioni fondamentali nell’Italia rurale
di Luigino Bruni
pubblicato su Avvenire il 16/04/2024
«Mia nonna materna non sapeva leggere e scrivere. Sapeva governare una grande casa, sapeva ragionare, sapeva pregare. L'accompagnavo dai primissimi anni alla prima messa avanti l'alba. Preludeva la messa una meditazione di quasi mezz'ora. Alla lunga, io apprendevo a memoria tutte quelle meditazioni. Nonna le sapeva tutte a mente».
Don Giuseppe de Luca, Sant’Alfonso, il mio maestro di vita cristiana, 1963.
Le antiche “banche del grano” raccontano un’altra idea di prestito e di fiducia: una realtà comunitaria, solidale, eucaristica. Un mondo analfabeta e povero che conosceva bene il libro della ragione
Nei secoli passati, la vita nelle campagne e nelle montagne italiane era molto dura, breve, povera. La quasi totalità della gente era analfabeta, le donne vivevano in una condizione di servitù, le famiglie erano composte in media da più di quindici membri, di cui pochi raggiungevano la vita adulta - ‘Quante famiglie ci sono in questo paese?’, ‘Sedici’. ‘E quante persone?’, ‘Più di trecento’ (dal documentario Rai Viaggio in Italia, anni ’60). I parroci, i prevosti, i pievani, i curati di quelle parrocchie condividevano la stessa vita difficile, con qualche piccola differenza, non decisiva. Stavano davvero tutti sulla stessa barca, sopra un mare in tempesta. In questo contesto sociale e religioso si svolse anche la bellissima storia d’amore dei Monti frumentari, alla quale stiamo dedicando questa serie di articoli e una ricerca popolare diffusa che sta riscuotendo entusiasmo e adesioni da parte di molti lettori (qui tutte le informazioni per partecipare alla ricerca: https://www.pololionellobonfanti.it/notizie/riscopriamo-insieme-i-monti-frumentari/).