Epifania di Gesù - Chi sa donare non occupa spazi, li libera. Non si appropria del tempo della reciprocità. E porta con sé solo “grandissima gioia”
di Luigino Bruni
pubblicato su Avvenire il 05/01/2020
La festa dell’Epifania di Gesù ci dice molte cose, tutte importanti. Ci parla anche della natura del dono, di che cosa significa onorare e della prossimità tra dono e morte
Il dono è una delle forme più alte della libertà degli umani. È quindi esperienza tragica. La visita dei magi, narrata dal Vangelo di Matteo, contiene molti elementi della grammatica del dono. Quei saggi sono chiamati da Matteo magoi, una espressione che probabilmente indicava sacerdoti dello Zoroastrismo. Uomini saggi, astronomi e astrologi, venuti da est e da un mondo mitico del passato ma ancora ben presente alla cultura biblica e quindi all’evangelista. Non erano pastori, erano esperti di stelle e di scienza. È bella questa presenza della sapienza e della scienza nel presepe, una benedizione necessaria in questo tempo di crisi; come è anche bello vedere uomini, maschi che sono capaci di fare doni: maschio è Erode, maschi sono i magi, ieri e oggi.
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