Su Vatican News, focus sull'iniziativa di Consumo Critico lanciata nel 2019 dai giovani della Costituente Giovani di Economia di Comunione Into the LABel. Cecilia Seppia ha intervistato Luca Guandalini, responsabile con Maria Gaglione e Stefania Nardelli della Segreteria Edc Italia.
di Cecilia Seppia
pubblicato su Vatican News il 23/01/2024
Fare la spesa è impegnativo, spesso si corre tra le corsie di un supermercato, a fine giornata o nel weekend, con in mano una lista di cose da prendere e l’importante è riempire il carrello senza dimenticare l’occorrente. Eppure il gesto di scegliere e comprare un prodotto anziché un altro, può fare la differenza e renderci attori protagonisti di quella che gli esperti definiscono “democrazia economica”. “Ciò che ci sfugge – dice Luca Guandalini – coordinatore di Into the LABel – è il nostro ruolo di consumatori. Noi possiamo orientare la domanda e mettere le aziende in condizione di adeguarsi diventando sempre più etiche e sostenibili”.
Per essere attori attivi del cambiamento economico, necessario per tutelare l’ambiente, bisogna però conoscere, capire, informarsi e, solo dopo, agire. Into the LABel significa letteralmente “dentro l’etichetta”. Perché questo nome? “Dedichiamo sempre più attenzione alle etichette dei nostri prodotti alimentari e cosmetici per conoscerne le calorie e le proprietà chimiche, ma siamo meno interessati alle etichette morali della merce, agli zuccheri della giustizia e alle calorie etiche”, spiega Luigino Bruni, professore di economia e direttore scientifico di “The Economy of Francesco”. Il professor Bruni è stato promotore di quest’iniziativa che ha coinvolto migliaia di persone e le ha spinte a fare acquisti più consapevoli ed etici, attraverso la lettura approfondita dell’etichetta del prodotto e la ricerca di informazioni sulle pratiche aziendali.
Democrazia economica
In Italia, a partire dal 2019, è stata lanciata una serie di eventi organizzati davanti ai supermercati, in linea con quella che era una tendenza del momento: il flashmob, ma di acquisto etico, chiamato appunto CASH-MOB. La sfida è stata quella di mettere insieme gruppi di ragazzi che si facessero promotori di consumo responsabile e questo non solo nei centri commerciali o grandi catene di alimentari, ma anche nelle scuole con workshop e formazione ad hoc. “Alla base di questa iniziativa - racconta ancora Luca Guandalini - c’è un parallelismo importante tra il processo di acquisto e il processo di scelta politica: in pratica andare a fare la spesa ha e dovrebbe avere lo stesso valore di quando ci rechiamo alle urne per scegliere il nostro candidato o il nostro partito. Quindi nel momento in cui selezioniamo un prodotto da mettere nel carrello, non dobbiamo solo tenere in considerazione prezzo e qualità ma anche come questo prodotto viene creato e dunque tutta la filiera produttiva che lo accompagna prima che arrivi sullo scaffale di un supermercato. Per scegliere in modo coerente il consumatore dovrebbe farsi tutta una serie di domande come: ho davvero bisogno di questo prodotto? Proviene dal commercio equo? I lavoratori hanno ricevuto un giusto compenso? Dove e come è stato prodotto? È sostenibile: se è biologico o organico, con quale metodo di produzione è stato realizzato? È socialmente ed economicamente etico? L’azienda che lo produce paga regolarmente le tasse, dove ha la sua sede legale? Che impatto ha avuto sul territorio la produzione di quel prodotto? Come valuta le questioni ambientali?”. Attraverso queste domande e molte delle risposte che il flash-mob offre, Into the LABel ci ricorda che abbiamo il potere di trasformare la spesa in un’importante azione sociale e in un profondo momento di cittadinanza attiva.
Il consumo responsabile come stile di vita
Sì, perché parlare di consumo responsabile non è qualcosa che riguarda solo economisti e imprenditori, ma tutti noi, se insieme modifichiamo i nostri comportamenti e le nostre scelte e dunque la domanda di mercato, le aziende saranno costrette ad adeguarsi diventando più sostenibili e etiche per il bene dell’intera Casa comune. “Il consumo responsabile è uno stile di vita, un diritto umano, una possibilità e una scelta di rispetto verso tutti gli esseri umani, la natura e lo spazio in cui si vive”, afferma Catalina Hinojosa, una giovane ecuadoriana, ambasciatrice per un mondo unito e partecipante di The Economy of Francesco. Il suo lavoro per EoF si è focalizzato sul tema dell’agricoltura, dei popoli indigeni e del consumo responsabile. Secondo Catalina, l’esercizio del consumo responsabile è anche un modo concreto per “vivere e costruire un mondo unito, perché significa pensare non solo a me stessa, ma alla collettività. Una collettività formata non solo da esseri umani, ma che comprende anche la natura. Il consumo responsabile ci permette di costruire relazioni molto più profonde, perché ci fa scoprire ciò che l’altro vive, le sue sofferenze, e ciò genera empatia e unità con l’altro”.
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