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- Maria Silvia Cabri
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«Ogni mattina la Messa del Papa. Poi la sua telefonata»
Giovanni Arletti, imprenditore EdC di Carpi, ogni giorno alle 7 segue in tv con la moglie la Messa del Papa. Per ringraziarlo gli ha scritto una lettera. E Francesco l'ha chiamato.
di Maria Silvia Cabri
pubblicato su Avvenire il 20/04/2020
«E’ il signor Giovanni Arletti? Sono papa Francesco». E’ iniziata così la telefonata che lo scorso venerdì Giovanni Arletti, presidente della Chimar Spa di Carpi (Modena), azienda che opera nel settore della logistica, ha ricevuto sul suo cellulare.
«E’ stata una grandissima emozione. Erano le 17 - racconta -. Ho ricevuto una telefonata cui non sono riuscito a rispondere. Poi mi sono accorto che c’era un messaggio in segreteria: ‘Sono papa Francesco, volevo ringraziarla per quello che lei fa per gli altri. La benedico. Preghi per me, io pregherò per voi’. Sono corso a casa a condividere la notizia con mia moglie Francesca: ne stavamo parlando quando è suonato di nuovo il cellulare. Era ancora il Pontefice: è stata una conversazione straordinaria. Un grande uomo, coraggioso e al tempo stesso semplice, che ha a cuore e si interessa delle persone e anche degli imprenditori che, facendo bene il loro lavoro, possono davvero aiutare anche le altre persone nella risoluzione dei problemi». «Mia moglie e io - prosegue - abbiamo scambiato con il Papa qualche riflessione, ma soprattutto l’abbiamo ringraziato perché in questo momento di grande paura ci dà la forza per proseguire, andare avanti. Ogni mattina alle 7 seguiamo la celebrazione della Messa in tv da Santa Marta: è il nostro modo di iniziare la giornata con maggiore forza e speranza».
All’origine della telefonata c’è una lettera che una decina di giorni fa Arletti ha inviato a papa Francesco, «per ringraziarlo della sicurezza che ogni giorno ci dà per affrontare questo momento di grande difficoltà. Io e mia moglie abbiamo sentito dentro tanta serenità e pace e il desiderio di comunicarlo alla nostra famiglia e poi agli amici più cari, perché nella sua telefonata abbiamo percepito un segno di speranza rivolto a tutta la nostra comunità».