La quinta puntata della rubrica a cura dell'Osservatorio sulla Povertà Leo Andringa ci spiega il quarto criterio che caratterizza l’attuale approccio EdC per promuovere, realizzare e valutare iniziative di contrasto alla povertà, a partire dalla comunione.
a cura del Team OPLA*
«Lo sviluppo è libertà» è il titolo di uno dei più noti libri di Amartya Sen, filosofo ed economista indiano premio Nobel per l’economia nel 1998, che ha studiato a fondo le tematiche della povertà e delle disuguaglianze sociali. La sua proposta è quella di vedere la fioritura umana come un processo multidimensionale, attraverso lo sviluppo dei “funzionamenti”. E’ fondamentale avere il diritto di fare qualcosa (alimentarsi, abitare, curarsi, lavorare, ecc.) ma non è sufficiente. E’ necessario anche avere le condizioni fisiche per farlo, sapere come farlo, vivere in una società che consenta di farlo, avere a disposizione mezzi e risorse per farlo, ecc. La combinazione attiva di queste condizioni, in ciascuna delle dimensioni della vita, ovvero l’esercizio o l’attuazione di queste condizioni genera un “funzionamento”: «I funzionamenti rappresentano – dice Sen – parti dello stato di una persona, in particolare le varie cose che essa riesce a fare o a essere nel corso della sua vita».
Il vero sviluppo umano dunque, secondo Sen, è l’accrescimento dei funzionamenti nella vita delle persone, che consente loro di vivere una vita cui, a ragion veduta, danno valore. Ogni volta che esercita un nuovo funzionamento, una persona è più libera: di fare quello di cui ha bisogno e a cui dà valore.
Questa è precisamente la ragione per cui l’EdC ha scelto, nei propri progetti di contrasto alla povertà, di preferire il supporto al lavoro delle persone, rispetto al semplice sostegno economico. Il lavoro consente a una persona di provvedere autonomamente al sostentamento proprio e della propria famiglia, non solo, ma le consente di esercitare le proprie capacità mettendole a disposizione della società in cui vive per contribuire a migliorarla. In questa duplice modalità il lavoro contribuisce alla dignità della persona.
In questo senso, per ciascun candidato a ricevere supporto, l’EdC fa una breve e semplice analisi della situazione lavorativa in cui si trova, tramite una prima domanda: il candidato è in condizioni di lavorare? O, se avesse oggi un’opportunità di lavoro, sarebbe nelle condizioni di poterlo fare? In caso affermativo si valuta l’opzione di supportarlo nella ricerca di opportunità di lavoro, nell’inserimento lavorativo o nell’avvio/rafforzamento di attività generatrici di reddito. Può darsi, però, che il candidato viva delle difficoltà oggettive (condizioni fisiche, politiche o di altro tipo) che gli impediscano in ogni caso di lavorare, anche se ce ne fosse l’occasione. In tal caso si valuterà l’opzione di offrirgli un supporto economico di assistenza dai fondi EdC, per il tempo necessario.
Un altro aspetto è l’inserimento nel territorio e nelle comunità. Si sa che affrontare una situazione di povertà da soli non è e non sarà mai la stessa cosa che affrontarla insieme ad una rete di persone. Per questo motivo, l’EdC cerca di tener conto di due aspetti specifici che riguardano la possibilità di ricevere supporto: il candidato ha una famiglia o una rete di relazioni locali che lo potrebbe sostenere nella sua situazione di bisogno? O ci sono nei suoi dintorni organizzazioni pubbliche o private che potrebbero rispondere al suo bisogno? In caso affermativo, si valuterà l’opzione di supportarlo nell’accedere efficacemente alle proprie relazioni di aiuto locale o alle opportunità offerte da organizzazioni pubbliche/private sul territorio, in un’ottica di sussidiarietà. Oppure: il candidato vive una situazione di isolamento fisico/relazionale o di esclusione sociale tale da impedirgli di accedere ad opportunità di supporto vicine? In caso affermativo, si valuterà l’opzione di offrirgli un supporto economico di assistenza ed un supporto relazionale da parte dell’EdC.
Con quest’approccio l’EdC cerca di camminare insieme ai partecipanti verso una via d’uscita dalla povertà, supportandoli nello sviluppare i propri funzionamenti ed essere così più liberi. Torna il lavoro, la dignità, e con essi la speranza di una vita migliore.
Credits foto: Immagine di Davis Arenas da Pexels:
* Il team OPLA: Francesco Tortorella, Germán Jorge, Maria Helena Fonseca Faller, Tainã Santana