Capitali narrativi/7 - La cattiva cultura scaccia via la buona esistenza
di Luigino Bruni
pubblicato su Avvenire il 24/12/2017
Ma quando Cefa (Pietro) venne ad Antiòchia, mi opposi a lui a viso aperto perché aveva torto… Quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del Vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?»
Paolo, Lettera ai Galati
La vita ha una sua pienezza che da sola appaga e sazia. La luna, l’aurora, il tramonto, il dolore, l’amore, uno sguardo, un bambino, sono parole incarnate più concrete e vere delle parole che usiamo per descriverle. Se così non fosse non capiremmo come mai la maggior parte delle persone, ieri e oggi, non sanno comporre poesie né saggi di teologia, ma possono toccare la vita alla stessa profondità del poeta e del filosofo. È questo accesso diretto al mistero dell’esistenza che ci fa davvero tutti uguali sotto il sole, prima delle molte diversità e diseguaglianze buone e cattive. E che, forse, ci fa ogni tanto capaci di sentire una vera fraternità universale con gli animali, con le piante, con la terra, che sentiamo vivi, come noi. Ma, come spesso accade, anche questa infinita ricchezza può trasformarsi, in certi casi, in una forma di povertà.