Si è concluso ieri il primo corso online 2021 della Scuola di Economia Biblica, guidato da Luigino Bruni sulla sua rilettura del libro di Giobbe, "La sventura di un uomo giusto" (EdB): le impressioni di uno degli oltre 80 partecipanti
di Gianluca Floridia
Ad ogni nuovo viaggio non sai come va a finire e cosa ti aspetta nel tragitto. Questo è particolarmente vero quando ci lasciamo attraversare dalle parole e dalle esperienze della Bibbia: se vogliamo che siano efficaci realmente -come ci ricorda il professor Luigino Bruni ordinario di Economia Politica alla Lumsa di Roma e biblista- dobbiamo immaginare di non conoscerne il finale.
Così, senza certezze, ci siamo portati nel mare aperto del libro di Giobbe, alla scuola di Economia Biblica promossa dal Polo Lionello Bonfanti. Desiderosi di partire siamo saliti in tanti su questa nuova arca dell'Alleanza con a capo Giobbe, nomade originario della regione medio-orientale di Uz, in Arabia, fuori dai confini religiosi e culturali ufficiali del tempo.
Una volta a bordo, inaspettatamente, abbiamo scoperto come compagni di viaggio non gli animali della prima arca dell'altro uomo giusto, Noè, quanto i poveri, i vinti, gli esclusi, i perdenti, i depressi, tutti gli scartati della Storia... Con al centro la bussola della Gratuità e del Dono, alla provocazione più insidiosa del Satan l'Oppositore: "può forse Giobbe (l'uomo) fare il bene senza una ricompensa?”, abbiamo sperimentato la costanza con cui Giobbe ha retto rispetto alle avversità crescenti interpretate, secondo il paradigma dominante del principio di retribuzione dagli amici teo-idelogi, come giusto effetto di quei suoi errori che alla fine da qualche parte dovranno pur essere stati compiuti (chi è puro, chi senza colpa?)...
L'urlo, quasi l'implorazione, che Dio possa almeno alzare la mano, intervenendo come "mallevatore", come garante del debito non sanato in difesa di Giobbe caduto (immotivatamente) in disgrazia è uno dei colpi di scena nel processo in corso. Un processo che chiama inesorabilmente in causa anche noi su qual è la nostra opzione preferenziale, da ‘che parte stiamo’: da un lato la teo-ideologia economico-retributiva della religione ufficiale e del mercato (di ieri, di oggi) che inchioda gli sconfitti alle proprie colpe, assolvendo cosi la nostra indifferenza, e dall'altro il riscatto degli ultimi che spesso attendono liberazioni mai arrivate, basti pensare ai nostri silenzi - sul dominio delle mafie e sulla corruzione, sul razzismo e sullo sfruttamento dei migranti - affrettandoci a renderli compatibili con i nostri codici di comportamento, persino con il vangelo...
Un Dio così umano, tale da farsi querelare dal capobrigata di un'armata di sconfitti, così umano da 'imparare' mentre la creazione procede, così umano da accogliere le querele e le bestemmie fino a farle diventare sacra scrittura, non lo si poteva immaginare.
Quella parte del Libro che ci parla di una buona notizia di un artigiano di Nazareth, terra di rivoluzionari facinorosi, di bifolchi e cafoni, crocifisso come un delinquente per i suoi sogni incarnati e cosi sovversivi per il Potere, ci sembra a sto punto meno lontana e meno incomprensibile. Grazie a Giobbe, al suo libro dalle domande irrisolte poste nel cuore della Sacra Scrittura e al fondamentale commento del professor Bruni che ce le ha decifrate, grazie a queste occasioni offerte dalla Scuola di Economia biblica.