Ritratti di imprenditore
- Antonella Ferrucci
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#FlashesofLife&Roots - Intervista a Alberto Ferrucci
Terza video intervista della serie «Flashes of Life & Roots»: ne è protagonista l'imprenditore italiano "pioniere" dell'Economia di Comunione Alberto Ferrucci
Quale è lo scopo del progetto Flashes of Life & Roots? Se abbiamo cercato deciso di intervistare una serie di imprenditori "pionieri di Edc" è per raccogliere le "perle preziose" contenute nelle esperienze di quelle persone che, in diverse parti del mondo e in diversi contesti culturali, hanno risposto in modo radicale a una vocazione comune: quella di dare vita -con la propria vita- all'Economia di Comunione.
Le storie dei pionieri sono frutti dello stesso albero, nutriti dalle stesse radici... Conoscere le loro storie ci permette di assaporare quanto diverse possano essere le espressioni della stessa vita, con forme diverse ma un aroma comune. L'intento di questa serie di interviste è quindi quello di nutrire e incoraggiare coloro che, nel presente e nel futuro, si sentono chiamati a mettere in pratica l'Economia di Comunione con la propria vita. Vale a dire, frutti che diventano semi per generare nuova vita nelle sue molteplici espressioni.
Il terzo protagonista della nostra serie di interviste è l'imprenditore italiano Alberto Ferrucci che alla nascita di Edc, nel 1991, presiedeva il Bureau Internazionale di Economia e Lavoro del Movimento Umanità Nuova, un primo organismo del Movimento dei Focolari che dal 1984 aveva il compito di provare a incarnare il Carisma di Chiara Lubich nell'ambito dell'Economia e del lavoro. Alberto ci ha raccontato degli inizi dell' Economia di Comunione quando diede a Chiara Lubich la disponibilità di seguirne lo sviluppo e lei ne fu felicissima. Da lì iniziò a interessarsi a costruire nel concreto l'Economia di Comunione dapprima in Brasile dove era nata, ed in Argentina dove immediatamente si diffuse: lì si recò ogni anno per 10 anni, per seguire lo sviluppo dei Poli che nel frattempo erano nati. Nacquero la ESPRI -società per azioni che possiede il Polo Spartaco (oggi con i suoi 5.000 soci è la società brasiliana col maggior numero di azionisti) e la UNIDESA, la società che possiede il Polo argentino Solidaridad. Per Alberto fu subito molto importante porre basi civili alle realizzazioni che scaturivano dall'Edc, con grande cura nel realizzare statuti ben fatti, in modo da distinguere bene gli ambiti (quello religioso del Movimento dei Focolari da quello civile dell'Economia di Comunione).
In quegli anni Economia di Comunione, per la sua concretezza aveva attirato l'attenzione di tutto il mondo e Chiara Lubich riceveva molti riconoscimenti (tra cui parecchie laureee Honoris Causa). In una di queste occasioni con Tommaso Sorgi avevo accompagnato Chiara al Parlamento Europeo di Strasburgo e lei aveva aveva fatto il suo discorso. Si alzò una parlamentare, ricordo che non era italiana, che disse: «Ma come possiamo credere che questo tipo di economia possa prevalere sull'economia di mercato?». Ne parlava come se si trattasse di un'economia strana. E Chiara mi disse: «Alberto, rispondi tu». E io risposi molto semplicemente che quello che propone l'economia di comunione non è niente di strano. È quello che tutti noi viviamo nella nostra famiglia. Chi di noi nella sua famiglia non è più contento di fare un regalo ad un figlio invece che comprare qualcosa per sé? C'è più gioia nel donare che nel ricevere. E nel vedere l'altro contento siamo più felici che se avessimo qualcosa di più per noi. Quindi se noi applichiamo questo modo di fare nel mondo del lavoro, ecco che non ci dividiamo ragionando in modi diversi, fuori e dentro la famiglia. A tanti anni da quella risposta oggi direi che non solo questa economia ci fa più contenti, e non ci divide come persone, ma anche è l'unico modo per sopravvivere come pianeta.
Io sono un esperto nel settore dell'energia e vedo nel velocizzarsi del cambiamento climatico di questi ultimi anni, -molto più rapido di quello che era previsto- una ragione, che, a mio parere, dipende molto dagli Stati Uniti e purtroppo, anche dall'Argentina. Cioè il fatto che si estrae il petrolio non più perforando il terreno per trovare il giacimento, ma frantumando le rocce in modo da spaccarle e far venir fuori il petrolio ed il gas che vi si trovano sciolti dentro. Ora, questo sistema è molto più dannoso dell'altro: perforando i terreno il petrolio esce dal tubo e va nel serbatoio. Spaccando invece a un chilometro di profondità la roccia, non solo si creano i terremoti, (si sono verificati addirittura in Oklahoma che non aveva mai avuto un terremoto), ma soprattutto il metano che si libera non confluisce tutto nel tubo che dovrebbe raccoglierlo, ma va nelle falde freatiche e poi si libera nell'atmosfera. E il metano dell'atmosfera è 80 volte più dannoso per il clima dell’anidride carbonica. E poi succede, soprattutto negli Stati Uniti, che quando una società che fa la perforazione fallisce, oppure il pozzo non è più abbastanza produttivo, viene abbandonato. E allora anche dal buco del pozzo esce metano senza che venga raccolto.