Inaugurato lo scorso 12 aprile a Loppiano (FI) il XVI Anno Accademico dell’Istituto Universitario Sophia
Fonte: Ufficio Stampa Loppiano
Nella sala, gremita, oltre agli studenti, al personale docente, allo staff amministrativo, agli abitanti della cittadella internazionale dei Focolari, erano presenti anche rappresentanti delle autorità religiose e civili. Tra di loro: il cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze e Gran Cancelliere dello I.U.S.; la dott.ssa Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari e Vice Gran Cancelliere di Sophia; Giulia Mugnai, sindaca di Figline e Incisa Valdarno, il vescovo di Fiesole, Stefano Manetti.
Filo rosso dei vari interventi che si sono susseguiti nel pomeriggio una riflessione sul ruolo delle università, e di Sophia in particolare, nel tempo di crisi che stiamo vivendo.
Hanno aperto la cerimonia i saluti di sua Em.za. il card. Betori. «La vocazione dell’università – ha affermato – dovrebbe essere quella di educare alla capacità di andare oltre le banalità e i luoghi comuni, di aprire il senso comune al mistero delle cose non scontate. Spetta alle università come Sophia, il compito di testimoniare la ragionevolezza della fede. E dunque educare a leggere, ad interpretare, la realtà, accompagnando lo sguardo di ogni giovane verso quella verità che ciascuno, anche inconsapevolmente cerca».
Ha preso, poi, la parola, la dott.ssa Margaret Karram che, dopo i saluti alle autorità presenti, ha rivolto i suoi auguri agli studenti che, in questo momento storico, hanno scelto «con coraggio e speranza», di prepararsi al futuro frequentando l’Istituto Universitario Sophia, il cui scopo è «quello di formare giovani alla complessità contemporanea, in una prospettiva trans-disciplinare e di promuovere, nella concretezza del quotidiano e nei vari ambiti del vivere, il metodo del dialogo tra le culture e i popoli». Ha concluso: «Che Sophia possa essere uno di quei laboratori che formano donne e uomini capaci di essere portatori di pace e unità in questo tempo».
La passione e l’entusiasmo degli studenti frequentanti lo I.U.S. sono stati testimoniati dai saluti di Noè Rigoberto Herrera Garcia, rappresentante degli studenti al Senato, e Simona Padellini, rappresentante al Consiglio Accademico, che hanno condiviso alcune riflessioni sull’esperienza di vita e studio che, con i loro colleghi, vivono a Sophia.
«A Sophia si incontrano studenti e docenti da tutto il mondo. I corridoi dell’università sono attraversati da 50 Paesi, 30 idiomi, 5 Continenti. Le differenze sono un motore di apprendimento pulsante e quotidiano; le distanze sono spazi da attraversare costruendo ponti e i conflitti sono un patrimonio di energia da convertire in nuove relazioni a impatto positivo» ha affermato la Padellini. E Herrera Garcia: «Nonostante Sophia sia una piccola comunità, con soli 15 anni di storia, crediamo fortemente che possa essere un esempio per il mondo accademico e per tutti gli studenti che vogliono generare impatto sociale partendo dallo studio».
Il rettore Declan O’Byrne, teologo irlandese, ha dichiarato aperto l’Anno Accademico 2023-2024 al termine di un discorso che ha portato i partecipanti a riflettere sul valore sociale delle università. «Se gli Stati investono nelle università, è perché si ritiene che sia di interesse nazionale investire sui giovani. Si investe perché i giovani ben formati portano a benefici sociali. Si pensa che una nazione che garantisce la formazione delle nuove generazioni saprà adattarsi e portare innovazione che, a sua volta, garantirà la futura competitività della nazione stessa» ha affermato. E riguardo alla missione particolare dell’Istituto Universitario Sophia, ha ribadito: «Vogliamo essere un luogo dove, pur consapevoli di star vivendo un momento storico drammatico, si guarda alla capacità umana di costruire la pace duratura. Vogliamo studiare e insegnare a vedere quei “semi” che già oggi esprimono la possibilità di risolvere la crisi che viviamo».
A concludere la cerimonia, la prolusione di Massimo Marianelli, Prof. Ordinario di Storia della Filosofia all’Università di Perugia, intitolata: Sophia, ritrovare l’umano nel “tra”.
Il Prof. Marianelli ha ricordato, così, le feconde collaborazioni attivate tra l’Università degli Studi di Perugia e l’Istituto Universitario Sophia e i punti in comune delle rispettive policy: «L’attenzione all’essere umano e il primato delle relazioni come tratto costitutivo di vie di umanesimo capaci di accogliere l’innovazione in prospettive ambientali sostenibili, che aprono a percorsi formativi coerenti e capaci di “coltivare e continuare l’umano” nel nostro tempo». E ancora: «La “relazione” come “dato” ma anche come “relazione tra le discipline”, tra diversi ambiti del sapere, è punto d’intersezione comune per la definizione di percorsi attenti alla nostra epoca, caratterizzata da interconnessioni mai così rapide e necessarie per comprendere il presente, contribuendo in tal modo all’integrazione di diverse aree scientifiche».
E ha concluso: «Sophia rappresenta un luogo privilegiato, una palestra per continuare un senso di umanità corrispondente a questa vocazione autenticamente umana».
Al termine della cerimonia è stata inoltre annunciata l’apertura delle iscrizioni al Corso di Licenza (Laurea Magistrale) in Cultura dell’unità del biennio (2024-2026)