Vatican news ha intervistato l'economista Luigino Bruni sull'assegnazione del Nobel dell'Economia 2020 a Paul R. Milgrom e Robert B. Wilson, studiosi teoria delle “aste”: "Si tratta di meccanismi che interessano da vicino grandi compagnie, ma un settore lontano dalla vita delle persone"
di Fausta Speranza
pubblicato su Vatican News il 12/10/2020
Gli studiosi statunitensi Paul R. Milgrom, 72 anni, e Robert B. Wilson, 83 anni, entrambi docenti all’Università di Stanford vincono l'edizione 2020 del cosiddetto Nobel per l'economia. Nella motivazione si legge che si sono distinti “per i miglioramenti della teoria delle aste e l’invenzione di nuovi format per aste”. Il loro lavoro innovativo è stato utilizzato, in particolare, nell'assegnazione delle frequenze di tlc e hanno risolto diversi problemi, per esempio nell’assegnazione dei campi di esplorazione petroliferi. Per capire significati e implicazioni degli studi premiati quest'anno abbiamo intervistato l'economista Luigino Bruni:
Ascolta l'intervista:
Il professor Bruni spiega che si tratta di studi che migliorano i meccanismi di assegnazione in aste complesse, che hanno a che fare ad esempio con compagnie che gesticono grandi risorse. E' questione di gestione dei dati in relazione a esigenze precise di equilibri tra prezzi e intuizioni del mercato, sottolinea Bruni, ricordando l'importanza che sta ssumendo la cosiddetta "teoria dei giochi" dove gli esperti, come in una sorta di partita a scacchi, si muovono intuendo le mosse che farà la controparte. Si tratta di meccanismi che interessano da vicino grandi compagnie e tutti colori che partecipano alle aste, ma Bruni sottolinea come si tratti di un ambito economico lontano dalla vita delle persone.
Un ambito ristretto rispetto alla maggior parte della popolazione
Non si tratta solo di gap tra economia teorica e economia reale, ma anche di problematiche che non incidono e che non interessano la maggior parte delle persone che in particolare di questi tempi vorrebbero ragionare di conti che non tornano e di lavoro. Bruni ricorda che in tutte le cose si dovrebbe considerare quello che i greci antichi chiamavano Kairos (καιρός), traducibile con tempo cairologico, in sostanza "momento giusto o opportuno". Bruni ricorda anche che l'anno scorso il premio è andato a tre studiosi che si erano distinti per gli studi in tema di lotta alla povertà globale. Premiare i metodi teorici non significa promuovere soluzioni concrete, afferma ma comporta un dibattito significativo. Lo conferma Bruni ricordando che dopo il premio 2019 ad esempio in vari convegni si è avuta più che nel passato l'attenzione di invitare alcuni economisti che di povertà parlano spesso. Un segno che il Premio può creare consenso intorno a certi temi. Non è quello che accade quest'anno - afferma Bruni - perché l'ambito premiato è troppo ristretto appunto per interessare ampi spazi della popolazione. A proposito poi del fatto che tornano ad essere premiati due statunitensi, Bruni spiega che il Nord America resta un territorio ricco di risorse economiche e speculative, ma che forse qualcosa sta cambiando perché altri sistemi di altri Paesi hanno accresciuto in questi anni il livello di competenza.
Un Premio che si affianca ai Nobel
L’importante riconoscimento precisamente non è un Nobel come gli altri, ma un premio della Banca di Svezia per le scienze economiche in memoria di Alfred Nobel. Viene assegnato dal 1969. Non era previsto dal testamento di Alfred Nobel, ma viene gestito dalla Fondazione Nobel e consegnato assieme agli altri premi. La cerimonia di consegna del premio viene svolta in dicembre.