30EdC - "l’industriale, il commerciante, il banchiere, l’agricoltore non si rassegna mai a porre un limite alla sua impresa; anzi la vagheggia sempre più forte e grande." Iniziamo dicembre ricordando questo pezzo di "Lezioni di politica sociale" di Luigi Einaudi.
Con la musica e l'interpretazione del Gen Verde ricordiamo le parole di Luigi Einaudi, economista, accademico, politico e giornalista italiano.
«Nella stessa maniera come il professionista, l’ingegnere, l’avvocato, il medico non vede mai giunto il momento di ritirarsi dall’esercizio della professione e godere di un meritato riposo, sicché negli elogi che di lui sono pronunciati o scritti si dice che egli ‘rimase sino all’ultimo sulla breccia del lavoro. Così l’industriale, il commerciante, il banchiere, l’agricoltore non si rassegna mai a porre un limite alla sua impresa; anzi la vagheggia sempre più forte e grande.
Quelli che li osservano pensano: perché tanto lavorare e faticare? Perché non gustare, come sarebbe ad essi possibile e lecito, qualcuna delle dolcezze della vita? Perché rimanere, talvolta, rozzi e poco coltivati, occasione di sorriso ironico degli intellettuali? Ma fate che essi discorrano dell’impresa che hanno creato e diventano eloquenti ed ispirati al par del sacerdote o del poeta.
Chi li ascolta si avvede di trovarsi dinanzi a uomini sperimentati e sapienti, i quali hanno creato qualcosa che senza la loro opera non sarebbe esistito. Essi hanno ubbidito allo stesso demone interno, al quale ubbidisce lo studioso che, bene avanti negli anni, trascorre la giornata fra i libri. Ma come lo studio non affatica il cervello ed è un’esigenza naturale della vita dello studioso, così l’attendere all’impresa e l’ampliarla e il condurla ai primi posti non è cagion di fatica o di rinuncia alcuna all’imprenditore».