Il sociologo Tommaso Sorgi ebbe un ruolo fondamentale nel 1991: dare il nome "Economia di Comunione" alla realtà che Chiara Lubich aveva fatto "esplodere" il 29 maggio alla Mariapoli Araceli. Per i nostri 30 anni ripubblichiamo l'intervista realizzata nel 2011, in cui ci spiegò i motivi di quella scelta.
di Antonella Ferrucci
Tommaso Sorgi*, sociologo, nel 1991 era corresponsabile del Movimento Umanità Nuova del Movimento dei Focolari.
Quando nel 1991 Chiara lancio la “bomba Edc” alla Mariapoli Araceli, tu eri a Roma, al Centro del Movimento. Fosti tu a dare a questa novità che arrivava dal Brasile il nome “Economia di Comunione”. “Dare il nome” in un certo senso equivale a “creare” una realtà…Ti ricordi come andò?
Ricordo che questo nome lo pensai tenendo presente un concetto che esprimeva Igino Giordani nelle “Due città” quando scriveva: “Non comunismo ma comunione”: infatti in questo nuovo modo di fare economia che Chiara stava elaborando ritrovavo l’applicazione di quel concetto: era un mettere in comunione le proprie risorse economiche, le proprie capacità di lavorare, il proprio ingegno ma liberamente, non per costrizione politica. Questo nome “Economia di comunione” lo comunicai nei giorni immediatamente successivi al 29 maggio quando ci trovammo a Castelgandolfo per un convegno di Umanità Nuova su Economia e lavoro. Poi rientrata Chiara in Italia, in un primo momento affidò a me le prime iniziative che stavano sorgendo, perché le catalogassi. Capimmo subito che si trattava di un “agire economico nuovo”: in Brasile persone che fino a quel momento erano inattive e aspettavano di essere aiutate, maturarono idee per fare qualcosa direttamente, anche semplici ma in maniera autonoma. Era una vera novità.
In uno dei primi convegni su Edc, negli anni immediatamente successivi al suo lancio, fui colpita da una frase che tu pronunciasti. Tu dicesti che fino a quel momento nelle nostra aziende avevamo rivolto verso il cielo un cartello che diceva: “vietato l’ingresso ai non addetti si lavori” e che se volevamo fare Edc quel cartello andava tolto. Questo implicava un rivoluzione… Cosa puoi dirci in merito?
In merito a quel cartello rivolto verso il cielo ricordo un dialogo con un economista che era scandalizzato e diceva: ma come si fa a fare economia con persone non esperte? Ed io ricordo che gli dissi: certo, l’esperienza è importante, ma nella comunione le idee vengono anche alle persone non esperte! Normalmente si è chiusi, si rivolge verso l’esterno questo cartello “vietato l’accesso ai non addetti ai lavori”, ma qui invece si tratta di allargare la propria mentalità aprendosi anche a persone semplici per permetter loro di acquisire delle esperienze e mettere in comune le proprie idee.
Io questa frase l’avevo intesa come una “chiusura” nei confronti di Dio, che non doveva “entrare” nei nostri affari, non solo nei confronti di persone semplici, non esperte: se rivolgo verso il cielo questo cartello… Poi Dio non viene a intervenire… Era così?
Sì, i "super esperti", quelli che mettono quel cartello verso il cielo, pensano che negli affari non debba c’entrare la fede, quindi che anche Dio non c’entri. Invece con la nuova concezione di economia di “comunione”, Dio c’entra sempre perché non è più un “non addetto ai lavori” ma diventa parte attiva della gestione aziendale.
* Tommaso Sorgi ci ha lasciato il 24 aprile 2018