Cosa poteva essere il capitalismo se avesse imparato dalle piante e cosa dovrebbe diventare nell’era dei beni comuni
Luigino Bruni
Aboca Edizioni, Trento, 10 maggio 2024
Saggi International Lecturers
EAN: 9788855232746
ISBN:8855232746
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L’intelligenza degli esseri umani non è l’unica intelligenza del pianeta. Accanto alla nostra ci sono quella degli animali, degli insetti, e quella ancora diversa delle piante. Le piante però hanno una caratteristica unica: a differenza di tutti gli altri esseri viventi sono ancorate al suolo. Questa peculiarità, apparentemente un limite, ha fatto sì che le piante sviluppassero straordinarie forme di resilienza, flessibilità e solidità. La loro architettura è cooperativa, distribuita e capace di resistere alle minacce: per non morire a causa della loro fissità, ad esempio, hanno dovuto imparare a sopravvivere perdendo anche il 90% del loro corpo, stabilendo che ogni parte è importante, ma nessuna veramente indispensabile – un branco di mucche può brucare interamente un prato ma questo può rigenerarsi se una piccolissima parte resta viva.
Le piante, insomma, sono un organismo collettivo e, nei momenti di crisi, sono paradossalmente più forte degli animali.
Questo saggio nasce dalla consapevolezza che l’intelligenza vegetale abbia delle cose da dire, anche all’economia. Alla luce di queste considerazioni, Luigino Bruni si è posto alcune domande rivoluzionarie: quali sono i cambiamenti che le imprese e gli attori economici devono attuare se dal paradigma animale, che è all’origine del capitalismo e della sua insostenibilità, vogliamo passare a un paradigma vegetale? Quali conseguenze per la governance delle imprese?
Non avendo cervello né organi centrali, le piante hanno dovuto imparare a ‘pensare’, ‘vedere’, ‘sentire’, ‘comunicare’ valorizzando soprattutto le periferie, apprendendo a vivere in perfetta cooperazione con tutto il bosco. Analogamente, se guardassimo bene nella nostra storia passata e presente ci accorgeremmo che nel capitalismo europeo abbiamo conosciuto, e conosciamo, imprese organizzate secondo il paradigma vegetale: sono le cooperative.
E se, quindi, le cooperative fossero anche il futuro, non solo il passato dell’economia?
L'autore - Nato ad Ascoli Piceno nel 1966, Luigino Bruni è professore di Economia politica all’Università Lumsa di Roma. Economista e storico del pensiero economico, si occupa in particolare di Economia civile, sociale e di comunione, con crescenti interessi per l’etica, gli studi biblici, la letteratura. Fra i suoi libri: Il capitalismo infelice (Giunti, 2018), L’arte della gratuità (Vita e Pensiero, 2021), La comunità fragile (Città Nuova, 2022), Capitalismo meridiano (Mulino, 2022).
RECENSIONI:
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