I mesi del primo lockdown hanno visto aumentare il fatturato dell’azienda familiare di Marene fondata nel lontano 1946. L’Economia di comunione ne è la stella polare.
di Paolo Ragazzo
pubblicato sulla rivista di Confindustria Cuneo "Made in Cuneo" n. 02/21
«In piena pandemia da Covid-19, c’è stato richiesto uno sforzo importante per investire sulla lavorazione dell’alluminio; un vero e proprio bivio per la nostra azienda che ha richiesto di assumerci dei rischi, ma che abbiamo deciso consapevolmente di correre, attrezzando una linea dismessa. Ciò ha comportato l’assunzione di nuovo personale e lo abbiamo selezionato tra i più bisognosi in cerca di occupazione e “gente ai margini”. Ci siamo fidati della Provvidenza e siamo stati premiati dai numeri, con il fatturato cresciuto del 50%. Ecco cosa può succedere quando si mettono le persone al centro di un progetto, facendole sentire parte integrante di esso». Livio Bertola, presidente e amministratore delegato della Bertola srl di Marene, azienda specializzata nella cromatura e nei trattamenti galvanici, non trattiene l’euforia nel raccontare come l’azienda abbia trasformato in realtà proprio quel principio guida per cui lui stesso si batte da tutta una vita: valorizzare la “cultura del dare” all’interno della propria impresa, con atti concreti.
Quale miglior regalo di compleanno, allora, per una realtà industriale che ha mosso i primi passi nell’immediato dopoguerra a Torino e il 12 febbraio ha spento 75 candeline con una festa “fatta in casa” tra familiari e collaboratori, i due ingredienti protagonisti di questa bella storia di impresa. Da un lato il nucleo familiare in senso stretto, saldamente al timone dell’azienda con Livio, la moglie Teresina e i tre figli Marco, Paolo e Caterina (e Maria Grazia, sorella di Livio, socia esterna residente in Olanda da oltre trent’anni), dall’altro la famiglia Bertola allargata, ossia tutti i dipendenti, che negli ultimi 12 mesi sono passati da 27 a 42 unità. Proprio il ruolo di ciascun lavoratore nella compagine produttiva è per Livio fondamentale: «C’è un affiatamento particolare tra tutti coloro i quali operano nella nostra struttura, a prescindere dall’estrazione sociale e dall’età anagrafica di ciascuno, e questo è il felice risultato del modo in cui abbiamo impostato la nostra azienda e l’abbiamo gestita negli anni: vivere l’impresa come vocazione e servizio al bene comune e agli esclusi, combattendo così le varie forme di indigenza, perseguendo un’inclusione comunitaria e produttiva». Proprio ciò che invita a fare l’Economia di comunione, fondata da Chiara Lubich nel maggio 1991 e che trova una delle espressioni più concrete a livello nazionale nell’associazione Aipec (Associazione Italiana Imprenditori per un’Economia di Comunione, con sede in Toscana presso il Polo Lionello Bonfanti), di cui Livio Bertola è presidente.
Saldi princìpi etici, dunque, uniti a talento imprenditoriale, per un connubio capace di resistere alla “tempesta” che stiamo attraversando da ormai oltre un anno. Un po’ come accade ai prodotti dell’azienda. Bertola, infatti, si rivolge soprattutto alle imprese che necessitano di trattamenti galvanici di alta qualità, capaci di resistere alla corrosione, abbinando un eccezionale risultato estetico. Tanti degli articoli trattati riguardano componenti di case automobilistiche e motociclistiche, noti marchi nazionali e internazionali, ma anche industrie specializzate in attrezzature sportive, sanitarie, arredamenti d’interni e molto altro ancora.
«Il 2020 è stato un anno complicato dal punto di vista organizzativo, perché abbiamo dovuto adeguare l’azienda alle richieste del mercato, assumendo nuovi addetti e formandoli in fretta», spiega l’Amministratore delegato. «Gli sforzi sono stati tuttavia ben ripagati, grazie ad alcune nuove commesse, come quella che seguivamo dal 2017 per la lavorazione di componenti della nuova moto Bmw R-18, con la partecipazione di Brembo, o al boom delle vendite di attrezzature per il fitness, per ginnastica da casa della Technogym, il nostro principale cliente. In ultimo, è stata premiata la nostra propensione a lavorare un materiale complesso come l’alluminio». La Bertola negli anni ha imparato infatti a trattare qualsiasi tipo di materiale ferroso. Materiali via via sempre più leggeri del ferro, anch’essi completamente riciclabili come prevedono i canoni dell’economia circolare.
«Internamente recuperiamo gli scarti di lavorazione grazie a un recentissimo impianto, realizzato subito dopo il lock-down della scorsa primavera, e a breve ne ultimeremo un altro», prosegue Livio Bertola. «Ma, anche se non si riesce a recuperare tutto, il componente viene rifuso nelle fonderie, pronto a essere materiale riutilizzabile».
L’azienda ha acquisito una forte impronta “green” fin dagli anni Settanta, allorché realizzò il primo impianto di depurazione, per proseguire con investimenti costanti sugli scarichi idrici e i controlli delle emissioni in atmosfera e del rumore, fino a giungere all’ultima realtà nata in casa Bertola: la High Tecnology Italia srl. È una start-up con sede a Cherasco che propone un trattamento tecnologico ecologico con alta efficienza e produttività, in alternativa ai processi galvanici con l’ausilio dei processi di verniciatura. La maggior parte dei prodotti di Ht Italia vanno a comporre l’illuminazione urbana, interna e decorativa, o particolari per automotive e motociclo. A soli quattro anni dalla fondazione lo spin-off della Bertola ha chiuso il 2020 con un fatturato di oltre 1,2 milioni e 13 dipendenti.
Alla domanda finale su cosa si attenda per la sua azienda dal 2021, la risposta di Livio Bertola non può che essere: «Continuare lungo la scia positiva degli ultimi sette mesi dello scorso anno, consolidando i progetti in corso, ma intravedendo all’orizzonte già altre interessanti ulteriori opportunità che si potrebbero concretizzare a breve, tuttavia senza mai dimenticare la centralità delle persone che rendono possibile ogni nostro traguardo».