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Nuove forme di inclusione, un percorso da compiere insieme

Si è svolta a Roma la tre giorni di incontri dedicate al progetto "Fare sistema oltre l'accoglienza".

di Riccardo Camilleri

190601 Roma Fare Sistema 04 ridC’era un po’ l’aria delle rimpatriate, all’inizio, come quando incontri vecchi compagni di scuola: qualcuno lo conosci meglio, qualcuno lo ricordi, ma ti sfugge il nome, c’è qualche volto nuovo e sei curioso di conoscere la sua storia. A differenza di quello che succede tra compagni di classe, il Seminario “A Porte aperte!” di Fare Sistema oltre l’Accoglienza aveva una caratteristica in più. Tutte le persone che hanno partecipato hanno condiviso un percorso che ha portato alla costituzione di una rete, diffusa a livello nazionale, per l’accoglienza e l’inclusione di italiani e stranieri in situazioni di vulnerabilità. 

Tre giorni di incontri che riprendessero le fila di un Programma lanciato da AMU – Azione per un Mondo Unito, AFN - Azione per Famiglie Nuove Onlus e Fo.Co. – Formazione e Comunicazione Onlus, che ormai dura da più di tre anni, che ha raggiuto notevoli risultati grazie a un mix fatto da impegno in prima persona e coinvolgimento di diversi attori: dalle famiglie, alle associazioni, passando per aziende e istituzioni. Una rete, appunto, in grado di costruire percorsi di autonomia lavorativa, abitativa e di inserimento sociale per Youssuf, Damilola, Abdallah, Lucien, Afyio e tanti altri, oltre 180 ragazzi, che in questi anni hanno potuto trovare la propria strada nel nostro Paese. Per chi è in uscita dal sistema di accoglienza SPRAR, il programma ha offerto nel tempo diverse possibilità: formazione professionale, acquisizione e consapevolezza sulle proprie competenze e capacità, corsi di lingua italiana, formazione sulle leggi italiane e sui diritti di ogni persona, percorsi di autonomia abitativa e offerte di inserimento lavorativo.

Ritrovarsi tra partner e protagonisti di un progetto così ambizioso, permette di guardare indietro, per cogliere i risultati e i punti di forza, ma soprattutto conoscere190601 Roma Fare Sistema 03 rid dalla voce dei protagonisti alcune esperienze e i diversi percorsi attuati per raggiungere il comune obiettivo. Infatti, la rete di Fare Sistema ha proposto diverse modalità per coinvolgere i protagonisti e costruire l’inserimento socio-lavorativo che si prefiggeva: dall’apertura di una casa famiglia, all’interno del circuito SPRAR, a Rogliano, che è diventata punto di riferimento per intera comunità cittadina, fino all’esperienza di residenza condivisa e solidale de “La Salette” attiva e conosciuta nella città di Torino, coinvolta nel programma grazie a un bando finanziato da AIPEC.

I primi due giorni “per addetti ai lavori” si sono conclusi con un impegno da parte dei presenti di continuare insieme questo percorso e di rendere ancora più vicino alle esigenze dei protagonisti, migranti e non, gli interventi e le azioni. Sarà quindi il rilancio della formazione per quanto riguarda l’italiano, si costruirà ancora un maggiore rapporto con le aziende, così da renderle più consapevoli del processo di inclusione cui fanno parte, si cercherà di coinvolgere ancora più famiglie nei percorsi di autonomia dei ragazzi stessi.

“A porte aperte!” ha visto il suo momento clou, descritto proprio nel nome, quando il terzo giorno ha accolto diversi partecipanti a una giornata di condivisione delle esperienze e a un dibattito, ancora una volta, sulle varie forme di accoglienza e inclusione che possono essere attuate in futuro. Durante la giornata si sono presentate le storie che fanno vivere, giorno dopo giorno, Fare Sistema Oltre l’Accoglienza. Alcuni operatori hanno avuto modo di raccontare le loro storie, sottolineando il rapporto che si viene a creare con questi ragazzi che, molto spesso, lontani dai paesi di provenienza, devono prima di tutto ritrovarsi tra pratiche burocratiche, solitudine, nuovi orizzonti da esplorare.

Molte anche le aziende, che hanno sottolineato come anche se alcuni inizi non sono stati sempre così semplici, subito al rapporto lavorativo, si sommava un rapporto di fiducia e affetto. Questo, d’altronde, è l’obiettivo della rete del Programma: non solo fornire supporto per la formazione e l’inserimento lavorativo, ma costruire un sentiero da percorrere, lungo il quale trovare il calore di una famiglia che supporta nei diversi aspetti della vita quotidiana, degli amici con i quali condividere difficoltà, sogni e speranze di un’età che porta al guardare il futuro, nonostante tutto, come un viaggio bellissimo.

190601 Roma Fare Sistema 02 ridE gli aneddoti che si susseguono ricostruiscono una realtà quotidiana, semplice e straordinaria. Sono le diverse storie dei protagonisti, a volte dure, che portano a una conclusione di felicità e serenità grazie alle famiglie che accolgono e al lavoro che li rende di nuovo liberi.

Si parla di Ben e dei suoi mirabilanti 43 gol nell’ultima stagione di campionato calcistico in Calabria, passando per le peripezie di chi ha dovuto imparare, tra le altre cose, a guidare e ha dovuto prendere la patente per il lavoro, fino a Youssuf che sente la famiglia di Luigi come propria, in una casa dove è autonomo, ma non solo. Tanto da definirlo non più “il suo capo”, ma suo “padre”.

Da nord a sud dell’Italia, la Rete di Fare Sistema Oltre l’Accoglienza in questi tre giorni ha rinsaldato legami e obiettivi, ha rilanciato la volontà di continuare insieme ampliando anche gli obiettivi e i partners della rete stessa e ha raccontato le storie di quotidiana convivenza e inclusione che arricchiscono la vita di tutti i partecipanti, rendendo labile e facendolo a volte saltare del tutto quel sottile confine tra chi sia il beneficiario, chi l’operatore o chi il sostenitore. Rimescolando, come prevedibile, i contorni tra chi dona e chi riceve, veramente.

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