Economia della gioia 4/ - Dall’esilio del popolo ebraico a Babilonia emerge la semplicità della fede autentica, che si affina e si spoglia nel tempo
di Luigino Bruni
pubblicato su Avvenire il 23/04/2025
Nella visione profetica di Ezechiele la casa di Dio si trasforma in un fiume, simbolo di una spiritualità che supera i luoghi sacri materiali e muta in acqua viva, laica e concreta
La vita spirituale comincia nella semplicità assoluta - ‘E c’era soltanto una voce’. Presto però si complica mentre si arricchisce, perché la prima voce nuda della giovinezza diventa culto, religione, tempio, oggetti sacri, dogmi. Ma alla fine, dopo molto tempo, se la vita funziona e non ci butta fuoristrada in qualche curva particolarmente ostica e cieca, si ritorna semplici e poveri. E lì, a piedi scalzi, si capisce finalmente che nella vita conta solo provare a diventare sempre più piccoli e semplici per provare a passare attraverso l’asola dell’ago dell’angelo - perché qualsiasi oggetto e suppellettile religioso che ci portiamo dietro ci impediscono il passaggio. Passeranno soltanto quella prima voce sottile, forse un amico buono, e un brandello di verità su noi stessi. Trascorriamo buona parte della vita a cercare Dio nei templi e nei luoghi del sacro, per accorgerci, quasi sempre troppo tardi o alla fine, che quanto cercavamo si trovava, semplicemente, dentro casa, nelle semplici faccende di tutti i giorni, tra le stoviglie e la credenza. Ma non potevamo saperlo prima dell’attraversamento dell’ultima cruna.