Povertà

«Non lavoro per fare qualcosa per le persone in situazioni di vulnerabilità, ma per farlo con loro. Sicuramente ricevo più di quanto do».

di Célia Carneiro

fonte: edc Brasil

Nei sette anni in cui ho lavorato ai progetti di Economia di Comunione, mi sono resa conto che ogni persona, indipendentemente dalla sua condizione, ha qualcosa da dare.

Il 17 ottobre è si celebrata la Giornata internazionale per l' eradicazione della povertà: un invito a riflettere sulle cause profonde della disuguaglianza, sulla multi-dimensionalità della povertà e su ciò che possiamo fare per costruire un futuro più equo.

Fonte: edc Brasil

Nell'Economia di Comunione, quando parliamo di sradicare la povertà, non intendiamo solo offrire aiuti finanziari o garantire l'accesso ai bisogni primari. Parliamo di prosperità umana, di collegare opportunità e vulnerabilità e di impegnarci in un nuovo modo di pensare e di fare impresa, con l'obiettivo di trasformare i sistemi che perpetuano la disuguaglianza. Questi approcci ci portano a vivere per un mondo più giusto, più fraterno e più rigenerativo.

La seconda puntata della rubrica a cura dell'Osservatorio sulla Povertà Leo Andringa ci spiega il primo criterio che caratterizza l’attuale approccio EdC per promuovere, realizzare e valutare iniziative di contrasto alla povertà, a partire dalla comunione.

a cura del Team OPLA*

Lo sappiamo tutti: abbiamo bisogno gli uni degli altri. Avere qualcuno con cui condividere gioie e dolori non è scontato, ed è certamente una delle cose che tutti cerchiamo nella vita - anche se inconsapevolmente. «Per educare un bambino ci vuole un’intera comunità», si dice nei processi formativi. Alla stessa stregua, affrontare una situazione di povertà da soli è un conto, farlo insieme a una comunità è tutt’altra cosa.

La quinta puntata della rubrica a cura dell'Osservatorio sulla Povertà Leo Andringa ci spiega il quarto criterio che caratterizza l’attuale approccio EdC per promuovere, realizzare e valutare iniziative di contrasto alla povertà, a partire dalla comunione.

a cura del Team OPLA*

«Lo sviluppo è libertà» è il titolo di uno dei più noti libri di Amartya Sen, filosofo ed economista indiano premio Nobel per l’economia nel 1998, che ha studiato a fondo le tematiche della povertà e delle disuguaglianze sociali. La sua proposta è quella di vedere la fioritura umana come un processo multidimensionale, attraverso lo sviluppo dei “funzionamenti”. E’ fondamentale avere il diritto di fare qualcosa (alimentarsi, abitare, curarsi, lavorare, ecc.) ma non è sufficiente. E’ necessario anche avere le condizioni fisiche per farlo, sapere come farlo, vivere in una società che consenta di farlo, avere a disposizione mezzi e risorse per farlo, ecc. La combinazione attiva di queste condizioni, in ciascuna delle dimensioni della vita, ovvero l’esercizio o l’attuazione di queste condizioni genera un “funzionamento”: «I funzionamenti rappresentano – dice Sen – parti dello stato di una persona, in particolare le varie cose che essa riesce a fare o a essere nel corso della sua vita».

La terza puntata della rubrica a cura dell'Osservatorio sulla Povertà Leo Andringa ci spiega il secondo criterio che caratterizza l’attuale approccio EdC per promuovere, realizzare e valutare iniziative di contrasto alla povertà, a partire dalla comunione.

a cura del Team OPLA*

«In questo scambio silenzioso
che per entrambi è guardare e lasciarsi guardare,
in questo penetrare l’uno nell’altro
nel tempo con benevolenza,
ci è dato tessere la reciprocità di questo amore
e forse la gratuità.»
(Pablo Neruda)

La quarta puntata della rubrica a cura dell'Osservatorio sulla Povertà Leo Andringa ci spiega il terzo criterio che caratterizza l’attuale approccio EdC per promuovere, realizzare e valutare iniziative di contrasto alla povertà, a partire dalla comunione.

a cura del Team OPLA*

Al di là delle metriche: una scommessa su uno sguardo più ampio sulla povertà

L’ambiente che ci circonda non è indifferente nella formazione della nostra identità, nella nostra storia e nelle nostre opportunità e prospettive di futuro. Per riuscire a catturare meglio le molteplici sfumature che compongono il quadro sociale nel quale siamo inseriti, è necessario tener conto di tutto il contesto in cui viviamo. In questo senso, l’analisi della situazione di vulnerabilità di una persona necessita, sì, di considerare dati oggettivi sulla sua condizione, al tempo stesso, però, è importante prendere in considerazione elementi meno usuali, ma fondamentali per il superamento della povertà, come quelli relativi al contesto sociale in cui ogni persona vive. Si tratta, quindi, di fare un’analisi socioeconomica a più dimensioni. Gli aspetti principali di cui terremo conto sono: età, stato di salute e situazione di vulnerabilità.

Comincia oggi una rubrica a cura dell'Osservatorio sulla Povertà Leo Andringa che con cadenza mensile ci racconterà l’approccio attuale adottato dall’EdC per promuovere, realizzare e valutare iniziative di contrasto alla povertà, a partire dalla comunione.

a cura del Team OPLA*

«Perché non ci siano più poveri fra noi», diceva Chiara Lubich in occasione del lancio dell’Economia di Comunione. In questo senso l’EdC ha fin da subito cercato di mettere in atto diverse iniziative che andassero a sconfiggere la vulnerabilità. Per farlo sono stati adottati diversi approcci negli anni, partendo da diverse visioni, fino ad incarnarsi in diverse forme nel mondo, a seconda delle culture locali.

Finalmente è disponibile anche in italiano il rapporto ATD Quarto Mondo pubblicato nel 2019

fonte: atd-fourthworld.org

Alcune povertà “sono invisibili agli occhi”- è quanto ci insegna il rapporto “Le dimensioni nascoste della povertà” di ATD Quarto Mondo in collaborazione con un gruppo di ricercatori dell’Università di Oxford, pubblicato nel 2019. Un rapporto frutto di un processo durato tre anni basato sul vero e proprio incrocio dei saperi – di chi la povertà l’ha conosciuta e la sperimenta tuttora in prima persona; di chi ha avuto modo di toccarla attraverso il coinvolgimento in azioni sociali di vario genere; e di chi infine l’ha analizzata a livello teorico. Su sito Edc ne abbiamo parlato approfonditamente a novembre 2019 con un articolo di Marta Pancheva dell'Osservatorio sulla Povertà Leo Andringa - OPLA.

La coordinatrice della Rete di ricerca sull'economia di comunione brasiliana, Andreza Lucas, spiega i molteplici volti della vulnerabilità.

di Andreza Lucas.

fonte: edc Brasil

Siamo tutti ricchi e siamo tutti poveri,questa affermazione a prima vista può risultare strana per alcuni. Ma quante volte ci imbattiamo in ambienti con abbondanza di beni e assenza di sorrisi? Quante volte incontriamo persone con tante difficoltà materiali, ma con una scintilla negli occhi che trasforma la nostra giornata? Quante volte vediamo battute d'arresto relazionali insieme a qualche progresso materiale? Con queste tre semplici domande, possiamo renderci conto che, sebbene la povertà materiale esista e sia una questione centrale nel dibattito sulla povertà, non è l'unica. Spesso l'attenzione alla sola ricchezza materiale ci fa dimenticare e persino perdere tante altre ricchezze.Inoltre, a volte un progetto che mira a far uscire le persone dalla povertà monetaria, per quanto ben intenzionato e strutturato, fallisce proprio perché ha preso in considerazione solo la povertà come mancanza di reddito.

Il rapporto ATD Quarto Mondo sulle dimensioni nascoste della povertà si basa sull'incrocio di saperi di chi la povertà l’ha conosciuta e la sperimenta tuttora in prima persona, di chi ha avuto modo di toccarla attraverso il coinvolgimento in azioni sociali di vario genere e di chi infine l’ha analizzata a livello teorico.

di Marta Pancheva, Osservatorio sulla Povertà Leo Andringa - OPLA

L’essenziale è invisibile agli occhi” scriveva Saint-Exupéry. Alcune povertà “sono invisibili agli occhi”- è quanto ci insegna il rapporto “Le dimensioni nascoste della povertà” di ATD Quarto Mondo in collaborazione con un gruppo di ricercatori dell’Università di Oxford, pubblicato nel 2019. Un rapporto frutto di un processo durato tre anni basato sul vero e proprio incrocio dei saperi – di chi la povertà l’ha conosciuta e la sperimenta tuttora in prima persona; di chi ha avuto modo di toccarla attraverso il coinvolgimento in azioni sociali di vario genere; e di chi infine l’ha analizzata a livello teorico.

L'imprenditore Edc di Dubai Abdullah Al Atrash ha condiviso con noi una esperienza vissuta per le strade del Cairo, dove si reca regolarmente a trovare i suoi "amici"

di Abdullah al Atrash

Come ogni giorno ho passeggiato da solo in alcuni dei quartieri più poveri del Cairo. Oramai ho tanti amici là e sono passato a trovarli, a mangiare con loro nelle loro case, chiacchierare, bere un the fumando una sigaretta assieme. Ho camminato circa 20 km al giorno all' andata e altri 20 km a piedi per tornare in albergo. Ho invitato alcuni amici musulmani e cristiani a cenare assieme e loro hanno invitato me.

Opinioni - In occasione della VII Giornata mondiale dei Poveri istituita da Papa Francesco, studiare insieme soluzioni di progresso

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 19/11/2023 *

La povertà è parte della condizione umana. L’essere umano, l’Adam, è anche un povero. Lo è quando nasce e per molti anni della sua infanzia, lo è quando si ammala, quando invecchia, lo è quando muore. Perché la povertà non è altro che una declinazione della fragilità, della non-autonomia e della vulnerabilità, che sono dimensioni costitutive della vita di ogni donna e di ogni uomo, ieri, oggi, e sempre, sebbene la storia dell’umanità sia anche una buona lotta per ridurre la fragilità dell’esistenza. La povertà, dunque, non riguarda gli altri: riguarda noi. Al tempo stesso, le povertà sono molte, e il riconoscere la comune condizione di povertà degli esseri umani non deve distrarci dal distinguere le forme della povertà, dall’individuare quelle ingiuste, evitabili, alleviabili ed eliminabili.

Recensioni - Nel suo saggio sull’aporofobia, la filosofa spagnola Cortina tratta di giustizia, etica e reciprocità. Manca, però, la visione evangelica e rivoluzionaria riassumibile in «Beati i poveri»

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenireil 24/04/2024

Nella Bibbia, dire che qualcuno è «giusto» (Noè, Giuseppe, Simeone…) esprime un giudizio etico superiore persino all’aggettivo «buono». In quell’umanesimo la giustizia, di Dio e degli uomini e delle donne, è talmente importante da collocarla un po’ sopra la bontà. La storia della filosofia morale ha sempre oscillato tra l’assegnare il primato al buono o al giusto, riconoscendo comunque che bontà e giustizia sono i due assi fondamentali di ogni società civile. L’importanza data dalla Bibbia alla giustizia ci dice, tra l’altro, che nei rapporti interpersonali la giustizia è particolarmente importante quando abbiamo a che fare con le povertà. Perché se sono povero e ricevo qualcosa da te, se penso e credo che questa tua buona azione nasce dalla giustizia, l’aiuto è più liberante e degno di un tuo aiuto che mi arriva perché sei buono e altruista verso di me.

Editoriale - Alla radice dell'attacco alle reti solidali

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 30/04/2019

Una delle più grandi novità morali dell’umanesimo cristiano ed europeo è l’aver liberato i poveri dalla colpa per la loro povertà. Il mondo antico ci aveva lasciato come eredità l’idea, molto radicata e diffusa, che la povertà non era altro che la maledizione divina meritata per qualche colpa commessa dalla persona o dai suoi avi. I poveri si ritrovavano così condannati due volte: dalla vita e dalla religione (il libro di Giobbe è una delle vette etiche dell’antichità proprio perché è una reazione contro l’idea della povertà come colpa), e i ricchi si sentivano tranquilli, giustificati e doppiamente benedetti.

È assolutamente indispensabile che il principio di gratuità venga posto al centro del dibattito sull’economia e sul mercato

di Luigino Bruni

pubblicato nella sezione sull'Educazione al Consumo Consapevole die-coop

Luigino Bruni: Se una persona in difficoltà viene aiutata, ma non si sente stimata e rispettata, si comporterà in modo opportunistico

Per parlare di sobrietà di consumo responsabile è necessario partire da una parola scomoda, oggi emarginata e combattuta ma senza della quale non è possibile fare alcun discorso sulla sobrietà e sul consumo critico: è la parola povertà. La parola povertà non è infatti, nella cultura cristiana e occidentale, associata ad un male assoluto: ci sono parole che sono sempre e solo negative: menzogna, violenza, razzismo… La povertà non è una di queste, poiché se c’è una povertà subita e non scelta, che significa esclusione e indigenza, c’è anche una povertà scelta e voluta, che nasce da una esigenza interiore e spirituale di liberarsi dalle merci per circondarsi di beni, tra cui soprattutto i beni relazionali.

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