Capire i veri problemi della persona e vederla come un soggetto che richiede molto di più di un aiuto economico, il principale tema affrontato nei due giorni di Incontro della Rete Nazionale degli Agenti di SUPERA
Il Programma di Superamento della Vulnerabilità Economica (SUPERA) ha riunito per la seconda volta quest'anno a Vargem Grande Paulista, vicino alla città di São Paulo, 21 persone (14 agenti e sette invitati) coinvolti in attività di riduzione della povertà. Il programma è finanziato dalla comunione di risorse esistenti nell'Economia di Comunione (EdC) e dall'Associazione per un Mondo Unito (AMU*).
L’Incontro della Rete Nazionale degli Agenti di SUPERA è stato organizzato dall'Associazione Nazionale per un'Economia di Comunione (Anpecom) con l'obiettivo di integrare e formare gli agenti attraverso la valutazione e le esperienze del lavoro svolto da ciascuno, provenienti da diversi stati del Paese.
Francesco Tortorella, responsabile dei progetti di cooperazione internazionale per lo sviluppo dell'AMU, ha guidato la mattina di venerdì con il tema "Cercando di conoscere le proprie ricchezze". Tortorella ha invitato ciascuno degli agenti a guardare il problema della vulnerabilità da un'altra prospettiva, togliendo cioè, l'attenzione sulla difficoltà per evidenziare le capacità ed il potenziale che ciascuno dei partecipanti ha, trovando così il modo migliore per superare gli ostacoli.
Nella sua opinione, c'è qualità, cura e responsabilità nei progetti sviluppati negli ultimi due anni di SUPERA, frutto di un'identificazione degli agenti che prendono le responsabilità come propria vocazione. "Gli agenti stanno sviluppando questo lavoro non solo per un senso di responsabilità o perché qualcuno ha chiesto loro di farlo, ma perché c'è una passione che genera molta energia, molta capacità e molta potenzialità. SUPERA diventa così molto importante non solo per i partecipanti, ma anche per la realizzazione della "vocazione" degli agenti, e questo a mio avviso fa molta differenza e risulta un fattore decisivo per lo sviluppo dei progetti ", ribadisceTortorella.
Alcuni degli stessi agenti vivono sulla propria pelle la condizione di vulnerabilità, come ha osservato Tortorella durante l'incontro: solo chi ha vissuto la necessità sa capire fino in fondo cosa vuol dire e quindi riesce a capire quale situazione vivono i partecipanti a SUPERA. "È più facile creare un rapporto vero perché l'agente e il partecipante si sentono più simili, non c'è una differenza di status di vita. Non solo, ma gli agenti riescono molto spontaneamente e con molta gioia a mettere in secondo piano la propria necessità e lavorare prima a quelle del partecipante".
Per la coordinatrice del programma SUPERA, Célia de Souza Carneiro, la partecipazione di Francesco Tortorella ha aiutato gli agenti a comprendere l'importanza dei veri problemi dei partecipanti del SUPERA. "Non dobbiamo solo guardare al contributo economico, che è anche importante, ma aiutare la persona che vive nella vulnerabilità a trovare sempre di più la sua dignità, osservando per esempio la sua situazione famigliare e dove vive”.
Alcuni partecipanti di SUPERA, secondo Ercos Ferreira, agente della regione di Fortaleza (Nord-EstdelBrasile), hanno il desidero di contribuire in qualche modo con il progetto, sia nell'individuare persone che hanno bisogno di aiuto nel quartiere in cui vivono, che nel donare talenti e nel comunicare agli agenti quando si rendono conto di non aver più bisogno dell'aiuto. "Ho sempre avuto una preoccupazione dentro di me su ciò che potevo fare per diminuire la povertà; avendo conosciuto l'EdC, ho sentito il desiderio di lavorare per qualcosa che mi soddisfacesse in tutti gli aspetti della mia vita personale e professionale”, conclude Ercos.
Nei due giorni dell'evento, gli agenti hanno potuto approfondire le conoscenze delle procedure e della piattaforma di SUPERA contribuendo alla strutturazione del regolamento nazionale del progetto. "È stato tangibile in questi due giorni la volontà degli agenti di dedicarsi maggiormente alle azioni di SUPERA con impegno, responsabilità e delicatezza nel lavoro; si percepiva anche un grande spirito squadra fra tutti da ogni regione del Brasile", conclude Célia.
*L’AMU è una ONG riconosciuta nella realizzazione di progetti di cooperazione allo sviluppo e per attività di formazione ed educazione allo sviluppo. Si ispira alla spiritualità del Movimento dei Focolari e si propone di diffondere una cultura del dialogo e dell’unità tra i popoli. L’AMU opera in diversi paesi dell’America Latina, Africa, Asia ed Oceania.