il quotidiano nell'esperienza EdC
- Francesca Giglio
- Visite: 8372
Brasile, Spiga Dorata: un pane ad alto valore aggiunto
Storia di una azienda dal DNA totalmente Edc
di Francesca Giglio
Raccontare qualcosa della Spiga Dorata significa narrare la storia di un grande desiderio di spendersi per i più poveri, convertito in una meravigliosa follia imprenditoriale. Un progetto che nel tempo ha generato tanto e raggiunto numeri importanti, sfidando ostacoli e minacce di un luogo spesso ostile come quello della periferia metropolitana del Brasile, riuscendo anche a frenare la violenza con l’apertura accogliente verso l’altro e un profondo senso di servizio.
L’idea fa quasi da apripista al progetto EdC che Chiara Lubich lancia proprio da San Paolo nel 1991, poiché i primi tentativi di vendita in strada della panetteria risalgono al 1988, e da subito incarnano visione, valori e coraggio di questo nuovo approccio rivoluzionario nel fare economia. “Era un periodo di forte crisi - racconta Adriana Valle, italiana in Brasile da 38 anni e responsabile dell’attività-, risorse economiche limitate, inflazione e disoccupazione pesanti. In questo scenario un gruppo di ragazze, unendo singole competenze, tenta una piccola produzione prodotti da forno, con cestino alla mano nei marciapiedi fuori dalla Mariapoli Ginetta (ex Araceli), nei pressi di Vargem Grande Paulista”.
Dopo un paio di vendite improvvisate, la produzione si interrompe, ma con sorpresa varie auto di passaggio continuano a chiedere delle “ragazze del pane e del sorriso!” Allora Ginetta Calliari, una delle prime compagne di Chiara, e tra le fondatrici del movimento dei Focolari nel paese, vuole proseguire l’attività, dando accoglienza e lavoro a mamme di famiglia e giovani, permettendo loro di aprirsi, formarsi, sostenersi. Non ci sono ancora nette idee imprenditoriali, tuttavia i clienti aumentano, la cordialità dietro al bancone incanta!
Dopo aver spostato l’attività dalla strada ad un piccolo spazio chiuso, nel ’94, mentre prende forma il Polo Industriale EdC nelle vicinanze della cittadella, si crea anche un secondo punto vendita di fronte al primo, ma dall’altra parte della strada, nei pressi di una favela: l'obiettivo è dare la possibilità alle persone che là risiedono di comprare il pane senza il pericolo di essere invesititi dalle auto che passano a grande velocità sulla strada.
Le 2 attività vanno avanti, sotto il nome, dato dalla stessa Chiara Lubich di Spiga Dorata, I e II, dal grano maturo che emana luce sotto il sole, con l’idea che, chi passi lì, incontri luce, sguardo fraterno, senso di unità, parole di vita… un ambiente laico in cui ci si senta amati, accolti, sollevati.
Durante l’avventura, tanti sono gli incontri. Con chi demolisce a priori l’idea di impresa, basandosi solo sui numeri limitati degli inizi, (“con mezzo sacco di farina non si va da nessuna parte”, dicevano…), e con chi invece crede e prende parte allo sviluppo del progetto: due imprenditori affezionati alla figura di Ginetta Calliari, stupiti dal grande lavoro portato avanti, seppur nello spazio limitato delle strutture, contribuiscono finanziariamente, dando la possibilità di non licenziare e ristrutturare, offrendo un luogo più degno per il cliente e ampliando l’offerta proposta con altri prodotti di qualità.
Numerose sono anche le storie vissute tra quei banconi: da chi torna ogni settimana da lontano per quell’energia positiva che trova dietro al caffè, a chi in un sorriso, ritrova la voglia di ricominciare. In negozio hanno anche subito vari assalti, fino a che, in uno degli ultimi, davanti ad una pistola puntata con la pretesa dell’incasso, la stessa Adriana ha avuto forza e coraggio di dialogare con i rapinatori, mostrando sincera preoccupazione per il loro destino una volta fuori dal locale: un gesto potente che ha fatto togliere la maschera e disarmare quei ragazzi, a testimoniare che anche il disperato, di fronte a tanto rispetto ed empatia capisce che l’attività è “dalla sua parte” ed è lontana dal solo profitto. Con il risultato che altri assalti alla Spiga Dorata dopo quell'episodio non ce ne sono più stati.
Negli anni si è lavorato tanto, con l’esigenza di legalizzare, informatizzare, migliorare qualità e presentazione dei prodotti. E i negozi oggi, -con un organico di 20 lavoratori fissi e 15 giovani che si alternano- impastano 10 sacchi di farina al giorno, servendo fino a 1200-1500 clienti; offrendo soprattutto nei week end alla classe alta della città una varietà di pani speciali, linee di piatti semipronti, pasticceria per le feste, gelato artigianale, e garantendo prezzi accessibili del pane comune per i clienti quotidiani più poveri, salvaguardando dignità e diritti basilari alla nutrizione, spesso, là fuori, calpestati.
Oltre a creare posti di lavoro e sprigionare autentico amore, la missione generativa della Spiga Dorata sta anche nel creare contatti di vicinanza tra diverse categorie sociali, dove il povero si sente parte della famiglia e il benestante torna, contribuisce e ringrazia per la possibilità non di donare, ma di ricevere!