Dialogo con Maria Gaglione, responsabile della segreteria scientifica di “The Economy of Francesco”, dal numero di gennaio di Città Nuova
a cura di Raffaele Natalucci
pubblicato su Città Nuova il 07/01/2020
Dal 26 a 28 marzo convergeranno da tutto il mondo ad Assisi. Professori, giovani economisti e imprenditori, change maker, pronti a condividere idee e progetti per un nuovo modello economico che metta al centro la dignità della persona umana. Ne parliamo con Maria Gaglione, di Marcianise (Caserta), laureata in biotecnologie, insegnante di biologia e chimica, responsabile della segreteria scientifica di “The Economy of Francesco”. «Un’esperienza straordinaria vissuta con gioia e un grande senso di responsabilità».
Da cosa nasce la scelta del papa di chiamare a raccolta i giovani nella città di san Francesco?
“The Economy of Francesco” nasce dalla sollecitudine di papa Francesco per un’altra economia e dalla sua fiducia nei giovani, nelle loro imprese, studi, progetti e attività che definisce «cantieri di speranza per costruire altri modi di intendere l’economia». I giovani sono già il cambiamento in atto. Il papa, credo, vorrà ascoltare le loro idee e proposte sui grandi temi dell’economia, finanza, sviluppo, ambiente, povertà, proprio perché li ritiene capaci di ascoltare con il cuore e di rispondere al grido dei poveri e della terra. E poi i giovani sono segno di generosità e gratuità e oggi il mondo ne ha un infinito bisogno. Il comitato organizzatore è composto da: diocesi di Assisi, comune di Assisi, Economia di Comunione e Istituto Serafico, un ente che svolge attività riabilitativa per bambini e giovani adulti con disabilità, a ricordarci costantemente che una società più giusta e inclusiva può essere costruita solo a partire dai più fragili.
Quali sono stati i criteri per la scelta degli esperti e le modalità della loro presenza?
Sono stati chiamati dal Comitato scientifico alcuni degli economisti e imprenditori più sensibili allo spirito dell’Oikonomia di Francesco (Francesco di Assisi e papa Francesco), per poter dare ai giovani il meglio delle riflessioni e prassi economiche di oggi nel mondo. Sicuramente scelti sulla base delle loro competenze ed esperienza in materie come l’economia, la finanza, le nuove tecnologie ma anche la sociologia e la filosofia, per consentire un dialogo quanto più plurale sui grandi temi dell’economia di oggi. Parteciperanno, inoltre, alcuni imprenditori, chiamati a condividere esperienze e storie come simbolo di un’economia che si mette in discussione e a confronto.
In più occasioni è stato ribadito che non si tratterà di un congresso, ma di un vero e proprio “processo”. Che cosa si intende dire esattamente?
“The Economy of Francesco” è l’occasione per mettere in dialogo giovani di tutto il mondo che hanno formazione, esperienze, istanze molto diverse. Il solo fatto di raccoglierli intorno alle stesse domande e alle stesse sfide testimonia l’inizio di un processo che poi ci auguriamo prosegua nel tempo. Il programma prevede delle sessioni nelle quali i relatori che abbiamo chiamato avranno tempo e modo di confrontarsi e parlare ai giovani. Ma la maggior parte del tempo sarà dedicata ai giovani che lavoreranno su diversi temi-sfide per consentire loro di esprimersi, di fare networking, quindi conoscersi e condividere reciprocamente esperienze e generare nuove idee e proposte.
Il papa ci mette in guardia dalla “filantropia del capitalismo”, la tentazione, cioè, di limitarsi a curare le vittime senza cambiare quelle regole del sistema economico e sociale che producono “scarti”. Quali sono le sfide maggiori che hanno di fronte gli studiosi e gli operatori economici?
La sfida più grande è quella di contribuire alla costruzione di nuovi modelli economici in grado di restituire un’anima all’economia, citando papa Francesco. I problemi strutturali dell’economia globale hanno bisogno di un continuo dialogo fra i vari aspetti dell’economia e dell’ecologia. Oggi non si può pensare alla sostenibilità ambientale, quindi alla cura della casa comune, o allo sviluppo economico in maniera disgiunta dalla giustizia verso i poveri. Ripensare, dunque, i modelli di crescita perché siano capaci di garantire il rispetto dell’ambiente, la dignità dei lavoratori, l’equità sociale e i diritti delle generazioni future. La sfida è tenere insieme tutti questi aspetti che non sono separati fra loro ma intimamente connessi.
Cos’ha da dire oggi il santo di Assisi a un mondo che somiglia sempre di più a un grande mercato globale in cui la legge dominante sembra essere quella del profitto fine a se stesso?
Ha molto da dire! A partire dal gesto della spogliazione, con cui Francesco mette fine alle ricchezze mercantili di suo padre, per dedicarsi interamente alla sua vita nuova. In quel gesto c’è l’inizio di un’altra economia, l’atto di nascita di una oikos-nomos diversa, non più gestita dalla ricerca di profitti e di guadagni, ma dalla charis: la gratuità. Inoltre furono francescani alcuni tra i più importanti teorici dell’economia medioevale e dai francescani nacquero i Monti di Pietà, i primi istituti di microfinanza senza scopo di lucro. Dalla povertà scelta liberamente dai francescani nacquero istituzioni sine merito per liberare poveri che la povertà non l’avevano scelta ma subita. Quella prima gratuità fece nascere un’economia e una civiltà del gratuito che ha liberato e continua a liberare moltitudini di poveri. Solo chi conosce la gratuità può dar vita a nuove economie, perché è la gratuità che dà il giusto valore al denaro e ai profitti, e alla vita. Nei giorni dell’evento, i giovani avranno anche la possibilità di visitare i luoghi di Francesco e di conoscere la storia e i momenti importanti della sua vita, per domandarsi personalmente e insieme cosa significa costruire un’economia nuova e chi sono gli “scarti”, gli emarginati del nostro sistema. Occorre ricostruire una nuova ecologia integrale, partendo dalla soluzione dei problemi strutturali dell’economia mondiale.