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Immersione EdC: la razionalità della comunione

Il primo giorno della Conferenza Nazionale della Economia di Comunione è stato caratterizzato da una immersione nelle radici della cultura economica EdC.

di Cibele Lana

Con queste aziende ed altre attività che nasceranno, dobbiamo raccogliere la comunione e distribuirla in modo che nessuno sia povero. Fino a quando non raggiungiamo questo obbietivo, non possiamo riposare”.

777Questa affermazione di Chiara Lubich, pronunciata alla fondazione dell’Economia di Comunione (EdC), oggi, a 28 anni di distanza, costituisce ancora un richiamo per i participanti della Conferenza Nazionale EdC, svoltasi dal 19 al 21 settembre 2019,al Centro Mariapoli Ginetta, in São Paulo, Brasile. Il primo giorno i circa 70 partecipanti sono stati invitati, attraverso video e relazioni, a immergersi nelle radici carismatiche dell’Economia di Comunione.

Le radici

E dove si trova la radice carismatica dell'EdC? Nel carisma dell’unità di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. Durante la seconda guerra mondiale, Chiara Lubich capì che l’esperienza concreta del Vangelo portava le risposte ai cambiamenti sociale dell’epoca, profondamente segnati da una dicotomia tra disugualianza sociale e libertà economica.

Un esempio comune di questa storia, condivisa con i presenti, è stata la esperienza della “scarpa numero 42”, in cui Chiara, cercando di vivere la frase “Qualunque cosa tu chieda nel mio nome, te la darò”, entrò in una chiesa e pregò chiedendo un paio di scarpe numero 42 per un povero che ne aveva bisogno. Mentre lasciava la Chiesa, una signora  la avvicinò e le diede una scatola con un paio di scarpe numero 42 da uomo.

Da esperienze come questa, Chiara Lubich comprese che soltanto con la comunione si sarebbe potuta minimizzare la separazione tra il sociale e l’economico. La maturazione di questo nuovo paradigma nell’economia e nella cultura, è culminato col lancio dell’Economia di Comunione nel 1991.

I Frutti

Con la proposta certamente innovativa di portare la comunione all’interno dell’imprese, l’EdC ha suscitato attenzione in tutto il mondo senza restare limitata agli ambienti cristiani. L’EdC è diventata una pratica, una cultura che accompagna gli imprenditori e le persone nella vita quotidiana di ogni tipologia di azienda: obiettivi, processi, pressione, flusso di cassa, ecc.66666

È un modo di pensare, lavorare, di chiedersi “come” gestisco la mia azienda, come vedo le persone. Quindi, l’esperienza dell’amore diventa una cultura, che abbraccia tutte le tradizioni, diventa una razionalità, la razionalità della comunione”, ha sottolineato Maria Helena Faller.

Ed è questa razionalità di comunione che consente all'EdC, a 28 anni dalla sua fondazione, di soffermarsi sulle radici carismatiche: l’opzione preferenziale per i poveri e l’etica del lavoro.

Per illustrare come questa razionalità della comunione funzioni nella pratica, Rodolfo Leibholz, uno dei primi imprenditori EdC, è salito sul palco per condividere alcune esperienze di vita. Con la sua saggezza di coloro che sono sopravvissuti a 10 shock economici e tante sfide, ha incoraggiato i partecipanti, dicendo: “Dobbiamo vivere l’esperienza EdC oggi, dove siamo. Questa è la vita. Se non la viviamo, ci limitiamo ad annunciare un’utopia. Oggi, stiamo concentrandoci su un processo che può cambiare tutto il nostro futuro".

E può anche cambiare tutto nel presente. Uno dei partecipanti della Conferenza è stata Ana Giselle, una giovane di 29 anni, di Fortaleza, Brasile. Giselle ha una piccola azienda che vende spuntini e tapioca (cibo tipico del Brasile) nella capitale del Cearà, e ha avuto l’opportunità di partecipare ad uno dei progetti dell”EdC in città, il Profor, Programma di Incubazione di imprese inclusive di comunione in Brasile, che offre laboratori sull’impreditoria per i giovani. “È stata una esperienza fantastica, dove ho potuto sviluppare tante idee. Avevo già uno scopo, ma con le lezioni mi sono resa conto che avrei potuto fare molto di più. Ho iniziato ad apprezzare l’impreditorialità”, ha affermato.

La Speranza

Per concludere l’approfondimento di questa giornata alle radici dell’Economia di Comunione, pubblichiamo di seguito un’intervista a Armando Torlelli. Come Rodolfo Leibholz, Tortelli è stato uno dei primi imprenditori EdC e ha condiviso con noi cosa ha significato essere presenti alla fondazione, e come vede il presente e il futuro dell’EdC.

3ANPECOM: Armando, eri presente alla fondazione dell'EdC nel'91. Cosa rimane ancora dell’essenza dell’EdC?

Armando Tortelli: Nel momento giusto, Chiara ci ha portato una grande risposta, che noi, infatti, speravamo. Tanti di noi già eravamo imprenditori, impegnati in quello che facevamo, e eravamo consapevoli della nostra risponsabilità, però ci mancava qualcosa, una direzione. E Chiara ci ha portato la luce. Lei ci ha fatto vedere che un’azienda può davvero essere un grande strumento per una rivoluzione sociale, sia al suo interno che esternamente e non solo sulle questione materiali, ma anche sulla cultura basata sulla fraternità, in tutti gli ambienti in cui gli imprenditore vivono e interagiscono. Questa prospettiva ci ha portato una grande speranza: possiamo costruire una nuova economia, in cui l’essere umano è al centro di tutte le nostre azioni. Sia nella cultura all’interno della azienda, sia nell’influenza esterna, specificamente riguardo ai poveri, che sono la ragione principale dell’Economia di Comunione.

ANPECOM: Come vedi oggi l’EdC?

Sono trascorsi 28 anni e ritengo che la cosa più interessante di questa esperienza sia la cultura che ne è nata e che oggi, sta influenzando tante persone. E ciò che è ancora più interessante è che ciò avviene senza che ci sia il marchio di un gruppo di persone sognatrici, ma è come un patrimonio per la società, che cresce, si nutre di altre esperienze e si affianca a molte altre iniziative che lavorano per la fratellanza nell’economia.

ANPECOM: Qual'è la forza dell’EdC oggi, che la spingerà in avanti?

A mio avviso, il punto culminante in questi anni non è stata solo la fedeltà degli imprenditori. Ma quello che me affascina è la speranza che questa esperienza ha portato ai giovani.9999 Anche in questo evento di oggi, vediamo una forza molto grande nei giovani. Davanti a loro mi sento come qualcuno che può imparare tanto. I giovani stanno scommettendo molto sulla proposta dell’EdC. Questo mi colpisce non solo come un chiaro segno che Chiara Lubich ha ispirato l’umanità, ma è anche qualcosa che soddisfa i bisogni più profondi delle diverse generazioni.  Questo mi porta una grande speranza e il desiderio di continuare. L’entusiasmo di oggi è grande o maggiore dell’entusiasmo di molti anni fa per continuare intraprendendo perché così posso dare un piccolo contributo alla società e camminare a fianco ai giovani che oggi arrivano. 

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