Luigino Bruni

L’anima e la cetra/3 - La paternità è l’arte meravigliosa di schiodare i figli dalle loro croci

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenire il 12/04/2020

"Sporco sono, Milena, infinitamente sporco, perciò faccio tanto chiasso per la purezza. Nessuno canta così puro come coloro che sono nel più profondo inferno: è il loro canto che scambiamo per i cori degli angeli"

Franz Kafka, Lettere a Milena

Il Salmo 3 è uno stupendo commento alla passione, morte e resurrezione di Gesù, dove è contenuta una delle preghiere più umane e grandi della Bibbia.

Risorgere, prima di essere una verità della fede cristiana, è una esperienza antropologica fondamentale. Fa parte del repertorio umano, è un esercizio che gli uomini e le donne sanno fare, è gesto essenziale. L’homo sapiens è animale capace di resurrezione. Lo vediamo anche in quel segno ineffabile ma reale che intravvediamo nell’ultimo sguardo di chi abbiamo amato, e lì sentiamo che quel saluto non è l’ultimo. E quando la morte impara a stare al suo penultimo posto – e ci vuole l’intera esistenza per impararlo – diventa “sorella morte”. Se gli uomini e le donne non fossero morti e risorti molte volte, se non l’avessero pregata e attesa per secoli, non saremmo stati capaci di riconoscere quella Resurrezione, simile e diversa, del primo giorno dopo il Sabato. Ci avrebbe chiamato per nome e noi avremmo confuso la sua voce con quella del custode del giardino. 

Intervista all'economista Luigino Bruni su gioco d'azzardo e scommesse. La proposta: intervenire su tutti i fronti, partendo dalla gente, per aiutare le persone più fragili

di Paolo Maina

pubblicato su Cittanuova.it il 17/05/2012

Slot_machinePoche vincite, ma strombazzate ai quattro venti, e tante perdite, sempre taciute. La febbre del gioco cresce in Italia e le istituzioni non corrono ai ripari.

L’anima e la cetra/13 - Abbiamo bisogno di nuove metafore umane per dire anche le cose di Dio

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenire il 20/06/2020

«La Bibbia non è un libro su Dio: è un libro sull’uomo. Nella prospettiva della Bibbia: chi è l’uomo? È un essere posto nel travaglio ma che ha i sogni e i disegni di Dio. Sogno di Dio è di non essere solo, ma di avere il genere umano a compagno nel dramma della continua creazione»

Abraham Heschel, Chi è l’uomo?

Guardando il lavoro dei pastori e la cura degli ospiti possiamo imparare a conoscere meglio Dio. Il Salmo 23 ci porta a questo cuore dell’umanesimo biblico.

«Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome» (Salmo 23, 1-4). Siamo arrivati alla più bella metafora-preghiera della Bibbia. Tutta la Bibbia è metafora, ogni preghiera è metafora. Le metafore non sono solo strumento retorico e narrativo, sono anche mezzo di scoperta, per poter capire e dire cose che non potremmo capire e dire senza la rivelazione di quella metafora - anche questa è rivelazione: Dio ci si rivela anche suggerendo ai poeti metafore, che poi il popolo vaglia con il sesto senso della sua fede e della tradizione. Milioni di persone, attraverso i millenni, hanno pregato e cantato questo salmo, che è tra i più amati di tutta la Bibbia, che continua a essere cantato in tutti i monasteri e conventi del mondo, con l’anima e con la cetra. È stato ed è l’ultimo saluto ai nostri cari, la preghiera di chi sta per attraversare una "valle oscura" e vuole farlo con la stessa fede-speranza-amore del salmista. 

L'intervento di Luigino Bruni il 27 maggio a Barbiana, in occasione delle celebrazioni organizzate per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani

di Luigino Bruni

pubblicato su La via libera il 29/05/2023

“Ogni anno si ripete la storia delle alluvioni, 
dei morti, delle famiglie disastrate, 
dei miliardi ingoiati dall’acqua, 
ogni anno a scadenza fissa. 
Non un problema di fondo è stato risolto”
(Esperienze epistolari, p. 462)

Se cento anni fa, all’inizio dell’era fascista, l’Italia ha generato Lorenzo Milani e se dopo cento anni siamo qui a onorare la sua memoria, affascinati e incantati dalla sua persona, dai suoi gesti e dalle sue parole, se quindi don Lorenzo non è stato dimenticato dall’Italia dei consumi, dell’edonismo, delle chiusure dei porti, delle armi, della scuola del merito e delle guerre alimentate dalle nostre armi, allora possiamo ancora sperare, con una speranza non vana.

Editoriali - Le crisi dei sistemi e delle organizzazioni non si spiegano nè si superano finchè si resta dentro il sistema che la ha generate. Per questo è necessario compiere scelte radicali.

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 15/06/2023

È necessario distogliere lo sguardo da sé stessi, per vedere molto: anche di questa durezza hanno bisogno tutti coloro che salgono le montagne

(F. Nietzsche - Così parlò Zarathustra)

«L’esperienza insegna che il momento più critico per i cattivi governi è quello che registra i primi passi verso la riforma». Questa frase del filosofo e politico Alexis de Tocqueville (L’antico regime e la rivoluzione, 1856), è la base della cosiddetta “Legge” o il paradosso di Tocqueville. Per comprenderla è utile leggerla insieme a un altro brano: «L'odio che gli uomini nutrono nei confronti dei privilegi aumenta in proporzione al ridursi di questi ultimi, cosicché le passioni democratiche sembrano bruciare più ferocemente proprio quando hanno meno combustibile… L’amore per l’uguaglianza cresce costantemente insieme all'uguaglianza stessa» (Democrazia in America, 1840). Il (geniale) paradosso di Tocqueville suggerisce quindi un rapporto complesso tra le intenzioni dei riformatori e gli effetti non-intenzionali della riforma, che sono sempre quelli più importanti. Le aspettative generate nel popolo dai primi segnali di riforma non possono essere soddisfatte dai risultati raggiunti dai riformatori. Questa “legge” non è solo utile per capire la storia e il presente dei regimi dittatoriali che non di rado crollano proprio mentre iniziano le riforme democratiche o solo per comprendere perché altri regimi resistono con violenza di fronte alle prime richieste di diritti. In realtà, l’intuizione di Tocqueville ha una portata molto più ampia, perché può valere per ogni processo di riforma di organizzazioni, imprese e comunità.

Profezia è storia/23 - La stessa parola biblica dice la «cassa» e lo scrigno-segno dell'Alleanza

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 10/11/2019

Rabbi Schmelke disse: "Il povero dà al ricco più che il ricco non dia al povero. E più che il povero del ricco, è il ricco che ha bisogno del povero"

Martin Buber,Storie e leggende chassidiche.

Il dono non si oppone al contratto, e il denaro investito, guadagnato e speso onestamente non è meno nobile delle offerte per il tempio. Solo insieme i doni e contratti ci possono salvare.

La fiducia nell’onestà delle gente che ci circonda è una risorsa essenziale di ogni economia e società. Quando l’ipotesi di onestà degli altri – che i giuristi chiamano buona fede – ispira i nostri rapporti, l’economia migliora insieme al nostro benessere. Senza questa premessa di onestà sono la diffidenza e il pessimismo antropologico a infestare i nostri luoghi di lavoro e di vita. Nessun management può essere sussidiario – affidare cioè la responsabilità delle scelte a chi si trova più vicino al lavoro da svolgere – se non siamo capaci di pensare bene degli altri fino a evidente (e reiterata) prova contraria. La benevolenza, pensare bene degli altri, è la radice della fiducia. Valorizza i lavoratori, li fa sentire stimati, rafforza la fiducia nelle organizzazioni e quindi migliora l’efficacia e l’efficienza della gestione. 

L’anima e la cetra /23 - Il Salmo 109 è la terra per risalire dal fondo delle acque in cui siamo caduti

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenire il 06/09/2020

"Ma Dio capisce. Esiste anche il diritto del disperato a pregare. E io devo farmi voce di tutte le creature quando prego. Dunque si preghi anche in nome dei più disperati che sono nel mondo."

David Maria Turoldo, I salmi

Anche le imprecazioni sono parte del Libro. Importante è capirne la ragione, senza scandalizzarsi del dolore e delle disperazioni degli esseri umani.

La Bibbia non è una raccolta di buoni sentimenti, non è un repertorio di storie edificanti per persone per bene. Contiene gesti efferati e parole tremende, eco del gesto e delle parole di Caino. I padri e le madri del popolo scelto e i suoi re migliori ci vengono presentati come intrecci di virtù e di vizi, capaci di grande amore e di peccati, di meschinità e di delitti spaventosi. Al centro della genealogia di Gesù è incastonato Uria l’Ittita, un nome che in ogni Natale ci ripete che quel bambino di Betlemme è anche germoglio di un incontro tra un fiore immacolato e il fiore del male. Quella genealogia moralmente imperfetta dice il solo tipo di perfezione possibile sotto il sole. Perché il Logos potesse diventare vero uomo per lui non c’era altra strada di quella polverosa che calchiamo da millenni, dove vicino Gerico abbiamo incontrato un Samaritano chinato su un uomo mezzo morto, verso Damasco abbiamo visto un persecutore di cristiani diventare loro benedizione, e nei pressi di Emmaus abbiamo udito un viandante dire parole di terra con il profumo del cielo e del pane. 

ContrEconomia/10 - Pregavano, con lacrime e baci e mani, preghiere mute e bellissime

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenireil 07/05/2023

Dove è l’amore di Dio, quantunque embrionale, rozzo, grezzo, oscurato, sotterraneo e non all’aperto, ivi è il cuore quantunque ferito dell’uomo; ed è da pensare che lì vi sia Iddio, e dunque la pietà
Giuseppe De Luca,
Introduzione all’archivio italiano della storia della pietà, p. XXI

Termina oggi, con la grande sovversione femminile della pietà popolare, il percorso di ContrEconomia. E termina anche questa terza pagina domenicale.

Le metafore teologiche sono indispensabili e pericolose. In queste settimane molti lettori e alcuni teologi hanno ribadito, di fronte alle mie critiche, la necessità della metafora economico-commerciale per comprendere la rivelazione cristiana. Perché la troviamo nel Nuovo Testamento, e anche san Paolo la usa.

La crisi della società italiana e il ruolo della Chiesa - Intervista a Luigino Bruni

di Andrea Monda

pubblicato sull'Osservatore Romano il 28/05/2019

Investire nei giovani, guardando con realismo il presente, senza rimpianti per il passato, per generare nuove opere e istituzioni che dicano la speranza e la fede nel futuro. Perché «la fede la si incontra nella vita concreta e semplice, toccando la terra, le cose, le persone, i poveri». È la proposta che Luigino Bruni, economista e accademico, lancia in questa intervista, intervenendo nel dibattito sulla crisi della società italiana e sul ruolo della Chiesa.

L'anima e la cetra/27 - Torniamo dagli esili e usciamo dai lutti quando ritroviamo la nostra voce.

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenireil 04/10/2020

"Per grande che possa essere il dolore di una perdita, subito si impone a noi il compito di evitare la perdita più irreparabile e decisiva: quella di noi stessi. Perciò nella morte della persona cara siamo perentoriamente chiamati a farci procuratori di morte di quella stessa morte".

Ernesto de Martino,Morte e pianto rituale nel mondo antico

Il Salmo 137, quello dell'esule, consegna un grande messaggio su come e perché riprendere in mano con animo nuovo le antiche cetre.

La nostra epoca è dentro una lunga eclisse dei luoghi, e quindi del senso della terra. Con il progressivo disincanto del mondo non abbiamo smesso solo di credere che la terra fosse piena di dèi, abbiamo anche dimenticato che i luoghi hanno un’anima, diversa ma non meno viva ed efficace di quella delle persone. Abbiamo inventato lo spazio, quello anonimo e razionale delle mappe, e così abbiamo disimparato a riconoscere i luoghi con le loro vocazioni uniche, i loro segni, con il loro destino. Nella Bibbia, Dio è una voce che parla nei luoghi. Dio non è u-topico, perché ha il suo luogo: un altare, un monte, un tempio. Luoghi che non catturano Dio (che resta libero dai nostri e dai suoi luoghi), ma conservano per sempre le stigmate del suo tocco. L’uomo biblico può essere nomade ed errante perché il suo territorio è marcato dalla presenza vera di Dio, e così anche se pellegrino non è mai spaesato. Il tempo e lo spazio sono spesso nemici; il luogo è invece amico del tempo, perché è lì – in quella comunità, in quella famiglia, in quella terra – dove le generazioni si trasmettono la vita. E i beni comuni non si distruggono se da spazio diventano luogo. 

L’anima e la cetra/12 - Il Signore sta dalla parte della liberazione non della condanna

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenire il 14/06/2020

"Urlate, urlate, urlate! Oh, siete fatti di sasso! Se avessi io le vostre lingue e i vostri occhi, li userei in maniera che la volta del cielo si squarcerebbe"

William Shakespeare, Re Lear

Il Salmo 22, una delle vette poetiche e spirituali della Bibbia, è anche il pentagramma su cui è stata scritta la sinfonia della passione di Cristo. E ci aiuta a comprendere qualcosa dei crocifissi e del loro mistero.

Un uomo è perseguitato, torturato, umiliato, disprezzato da altri uomini. Sente la morte molto vicina. Quell’uomo è innocente – come tanti altri, ieri e oggi. Sa di non meritare quel grande dolore, quella violenza, quelle umiliazioni – e chi le merita? Ma quell’uomo, oltre a essere un giusto sofferente e umiliato, è anche un uomo di fede. E lì, in quella notte buissima, forse in un carcere, sopra un mucchio di spazzatura o dentro una cisterna, nasce una preghiera, gli affiora nell’anima un ultimo canto disperato. Che inizia con parole che vanno incluse tra le più preziose, tremende e stupende della Bibbia, tra le più tremende e stupende della vita: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Salmo 22,1). Una vetta poetica, spirituale e antropologica del Salterio, forse quella più alta. 

L’anima e la cetra/11 - La doppia bellezza dei capolavori di Dio: le leggi del creato e per l’uomo

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenire il 06/06/2020

"Chi sa se il deserto che lasceremo, un giorno, non avrà questa voce, questo lamento umano del vento, infinitamente ripetuto: mah-‘enòsh? Che cos’è un uomo? Che cosa fu l’uomo? Che cosa è stato essere uomo?"

Guido Ceronetti, Il libro dei salmi

Il Salmo 19 parte dal firmamento, cantore della gloria divina, e termina con le colpe inconsce, per dirci che un rapporto risanato ha lo stesso valore di una galassia.

"I cieli narrano la gloria di Dio, l'opera delle sue mani annuncia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida il racconto e la notte alla notte ne trasmette notizia. Senza linguaggio, senza parole, senza che si oda la loro voce, per tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro messaggio" (Salmo 19,2-5). I cieli narrano.La Bibbia è tutta parola, è tutta narrazione; è custodew della parola di Dio detta in parole umane. È gelosa sentinella di racconti straordinari e diversi, dove le parole sono state capaci di dire l’indicibile, farci sognare Dio fino a quasi vederlo. 

ContrEconomia/8 - Oltre la teologia del sacrificio-merito e la visione commerciale di Dio.

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenire il 23/04/2023

"L’avulsione delle Chiese protestanti dalla Chiesa cattolica fu sciagura molto più profonda che non quella degli scismi orientali."

Giuseppe de Luca, Introduzione all’Archivio Italiano per la storia della pietà

Purtroppo l’età della Controriforma ha anche generato una pericolosa visione del dolore, che tanti danni ha prodotto nel popolo cattolico, soprattutto nelle donne.

La Bibbia ci ha rivelato un Dio diverso dagli dèi naturali. Non ha scelto di riconoscere il sentimento religioso che c’era già nel mondo dando nuove forme agli antichi culti e riti della fertilità, della morte, del raccolto. La Bibbia e, poi, i primi cristiani hanno invece fatto di tutto per salvare la novità del loro Dio. Lo hanno difeso e custodito al punto di chiamare “idoli” tutti gli altri dèi. E ogni volta che nella storia biblica il popolo d’Israele ha prodotto un idolo, lo ha fatto perché non riusciva a restare all’altezza di un Dio troppo diverso e quindi voleva un “dio come tutti gli altri popoli”, un dio più semplice, toccabile, a portata di mano e di incenso. E così il popolo ha fabbricato i vitelli d’oro, e i profeti li hanno distrutti. Anche i profeti sapevano che nei culti della natura c’era una certa misteriosa presenza del Dio vero: «I cieli narrano la gloria di Dio» (Salmo 19). Lo sapevano bene, ma sapevano di più che dovevano assolutamente distinguere il Dio che ci raggiunge “dal cielo” dai culti che cercano di raggiungerlo “dalla terra”, altrimenti la forza della terra avrebbe mangiato la novità fragile del cielo. E tenendo altissimo il mistero di Dio ha tenuto altissima la nostra dignità, e da tremila anni continua a ripeterci: “non sei fatto a immagine di idolo”. 

Profezia è storia /27 - I potenti, se non riescono a restare come tutti, restano inumani.

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenire 08/12/2019

«Ma come può Giosia ignorare Geremia e inviare emissari a Hulda? I saggi risposero: Perché le donne sono più compassionevoli, e quindi sperava che ciò che avrebbe detto loro non sarebbe stato eccessivamente duro».

Talmud, Meghilla 14b

Il ritrovamento di un libro nel tempio diventa la base di una grande riforma religiosa, dove incontriamo la profetessa Hulda che ci ricorda il significato delle donne e della profezia.

Un padre giusto e un grande miracolo non sono una garanzia che i figli continueranno a scrivere una storia giusta e buona. Dopo Ezechia, re buono e fedele che salvò Gerusalemme per la sua fede in Dio, in Giuda si susseguono due re malvagi, Manasse e Amon (2 Re 21), che riedificano gli altari agli dèi stranieri, riprendono e riattivano gli antichi culti popolari cananei che non si erano mai spenti tra la gente. Dopo la bella parentesi di Ezechia, ritorna l’idolatria, l’antica malattia di Israele – e di tutti gli uomini, che sono costruttori infaticabili di idoli per divenirne adoratori: siamo consumatori di molte merci, ma prima e sopra tutto siamo consumatori di idoli.

Stella dell'assenza/12 -  Capire le pagine meno luminose della Bibbia e la forza della reciprocità

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenire il 18/02/2023

Come leggere le pagine meno luminose della Bibbia? E come mettere insieme la Ester dei capitoli precedenti con la Ester della conclusione? Alcune suggestioni.

"Oltre quei dieci figli, Aman ne aveva altri venti, dieci dei quali morirono mentre gli altri furono ridotti alla mendicità. Mordecai divenne un uomo ricco, e coniò monete che avevano su una faccia la figura di Ester e sull’altra la sua. E come acquistò potere, Mordecai perse in termini spirituali. Se prima era il sesto fra i grandi dotti di Israele, dopo scese al settimo posto."

Targum Ester VIII-IX-X

«I Giudei colpirono tutti i nemici, uccidendoli e sterminandoli». (Ester 9,5). Il libro di Ester si sta per concludere con il ribaltamento totale e perfetto delle sorti degli ebrei. Il suo ciclo degli eventi si chiude come si concludevano molte antiche storie analoghe: con le armi, con il sangue, con lo sterminio del nemico per mano dell’eroe vincitore. Così, quei persiani che nel disegno perverso del primo ministro Aman dovevano eliminare tutti gli ebrei, vengono sconfitti e uccisi in gran numero dagli ebrei. Il Libro di Ester ama molto la simmetria narrativa e la spinge fino a includere le sorti militari che si ribaltano: «Ne sterminarono quindicimila» (9,16). I conflitti si sono conclusi così per millenni, e in Europa ci eravamo illusi che l’infinito dolore degli stermini del XX secolo ci avesse finalmente insegnato qualcosa di veramente nuovo sulla guerra e sulla pace. E invece ci ritroviamo ancora di fronte agli stessi stermini, decreti, contro-decreti, desideri di vendetta. 

Economi con l anima 450Luigino Bruni

EMI, Milano, 2013
Collana "Caleidoscopio"

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È possibile coniugare economia e gratuità? Mercato e dono? Crescita e beni comuni? Lavoro e giovani?... Qual è il senso (e i limiti) del Pil? E che fine ha fatto la politica, sostituita ormai dagli indici di Borsa?

La vita economica oggi non è più quella che conoscevamo fino agli anni Settanta. Il mercato è diventato la principale grammatica delle relazioni sociali, anche nelle scuole e negli ospedali. La grande crisi attuale dovrebbe portare a riscrivere interamente i manuali di economia e di finanza, aggiornandoli ma anche cancellando i teoremi e i dogmi errati che l'hanno provocata.

“Prophetic Economy”, l’evento internazionale promosso da EdC insieme a diverse Associazioni e Movimenti che intendono dare risposte al grido della terra e dei poveri, si svolgerà a Castel Gandolfo, Roma, dal 2 al 4 Novembre 2018.

di Maria Florencia Locascio

Profetic Economy 01 ridDon Joseph Wresinski, fondatore di ATD Quart Monde, sentì la vocazione di lavorare perché i più poveri dei poveri avessero dignità e voce tra coloro che prendono le decisioni; quando veniva a sapere che in qualche parte del mondo c’era un qualcuno che lavorava per i poveri, prendeva un aereo e andava a trovarlo, convinto come era, che: “chi lavora per i poveri è in pericolo; può perdere la motivazione ed anche la sua stessa vita”: da qui la fondamentale importanza del conoscersi e mettersi in rete.

Stella dell’assenza/9 - I giusti non godono della sofferenza altrui, neanche dei “nemici”

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenire il 29/01/2023

"La contraddizione che c’è tra Nuovo e Antico Testamento è la contraddizione tra la delusione e la promessa, è il fallimento della promessa di benedirci nella vita e nella gioia. Per cui diventa benedetto chi serba fede nella promessa anche stando sotto la croce. Io, dunque, se costretto a buttare dalla torre il Vecchio o il Nuovo Testamento finirei per buttare dalla torre il Nuovo, perché so che il Nuovo è l’epilogo del Vecchio, la necessaria conclusione, la sua estrema conseguenza."
Lettera di Sergio Quinzio a Guido Ceronetti, Un tentativo di colmare l’abisso

La strana insonnia del re Assuero innesca una serie di coincidenza che porterà al ribaltamento delle sorti di Aman, un episodio che si fa preziosa lezione su riconoscenza e differenza tra umiltà e umiliazione.

Il libro di Ester è stato uno dei libri più letti dagli ebrei durante la persecuzione nazista e fascista. La lettura si faceva preghiera, il libro diventava grido: “Torna Ester, torna Mordecai, fermate la follia omicida del novello Aman”. Un grido che deve rinnovarsi oggi nella memoria di quel tempo tremendo, e poi fiorire in preghiera in tutti quei luoghi, che sono ancora troppi, dove Aman continua a realizzare i suoi piani di sterminio. Etty Hillesum, giovane ebrea olandese, una delle anime profetiche e poetiche più grandi del Novecento, deportata e uccisa ad Auschwitz, si chiamava Ester. 

La fioritura umana nelle Organizzazioni a Movente Ideale

Elogio Auto sovversione 450Luigino Bruni

Città Nuova, Roma, 2017
Collana "I Prismi - I Semi"
Acquista su Città nuova

Nelle Organizzazioni a Movente Ideale, religiose e laiche, un elemento cruciale è il rapporto tra i fondatori, gli ideali e i membri delle comunità o organizzazioni. In tale rapporto, identitario e necessario, si nascondono insidie che diventano spesso delle vere e proprie malattie. È il caso, ad esempio, della produzione ideologica che si sviluppa necessariamente attorno all’ideale originario, fino a soffocarlo, se non si ha il coraggio di iniziare un doloroso processo di separazione dell’ideologia dall’ideale.

ContrEconomia/1 - Nuova serie di articoli sull’impresa, la sua organizzazione e alcuni contagi.

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenire il 05/03/2023

"Cammin facendo ho acquistato la convinzione che la nostra educazione soffre di una carenza enorme per quanto concerne un bisogno primario del vivere: ingannarsi e cadere nell’illusione il meno possibile."

Edgar Morin, Insegnare a vivere

Si è radicata la tendenza a esternalizzare, fuori dai luoghi del lavoro comune, la gestione delle relazioni e delle emozioni. Un modello esportato in altri settori della società.

Siamo dentro una grande trasformazione della cultura d’impresa, che iniziata nell’ultimo scorcio del XX secolo oggi conosce una stagione di grande sviluppo e di vasto consenso. Ma come accade in tutti i grandi processi sociali, è proprio nel momento del suo massimo successo che in questo nuovo umanesimo aziendale iniziano a evidenziarsi i segni del declino, le prime crepe che minacciano e prefigurano il possibile crollo dell’intero edificio. Senza accorgercene, nell’arco di circa mezzo secolo la grande impresa da luogo paradigmatico dello sfruttamento e dell’alienazione è divenuta icona dell’eccellenza, del merito, del benessere e persino della fioritura umana, e in quanto tale imitata e importata in tutti gli ambiti del sociale, fino a includere, recentemente, il mondo non-profit e persino delle comunità spirituali. 

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