Microcredito comunitario, un piccolo tassello verso la fine di ogni forma di povertà nel mondo. Si può fare! è un progetto AMU e CASOBU sostenuto da Edc in Burundi
fonte: AMU
Cakweli vive nel Comune di Mugina, nella provincia di Cibitoke (Burundi), con sua moglie e suo figlio. È uno dei membri dei gruppi di microcredito comunitario sostenuti dall’AMU e da CASOBU attraverso il progetto Si può fare!, che contribuisce al recupero socio-economico delle famiglie attraverso il microcredito comunitario. L’uomo è venuto a conoscenza del progetto Si può fare! nel 2020. All’epoca lui e la sua famiglia stavano affrontando alcune difficoltà economiche, tra cui il pagamento dell’affitto della casa in cui vivevano. Tuttavia, Cakweli aveva sempre lavorato per sostenere la sua famiglia, anche se i soldi che guadagnava trasportando merci e persone in bicicletta non erano sufficienti per sostenere e soddisfare tutti i bisogni. Non sapeva come uscire da questa situazione.
Dopo aver appreso dell'opportunità fornita dal microcredito comunitario a Mubere, una delle colline raggiunte dal progetto, si è unito al gruppo di risparmio e credito di Shirukubute. E grazie alla partecipazione al microcredito comunitario ha potuto ampliare i suoi orizzonti e sfruttare le opportunità offerte, come l’accesso ai risparmi e al credito per attività generatrici di reddito.
Grazie alla formazione e al coaching sul risparmio e sul credito, Cakweli ha sviluppato attività che gli hanno permessodi migliorare la vita non solo della sua famiglia, ma anche della sua comunità. Ci ha raccontato con orgoglio la sua esperienza nel microcredito comunitario e i passi che ha già compiuto:
“Durante il primo anno ho chiesto un prestito di 200.000 franchi per coltivare manioca e fagioli eho ricavato 470.000 franchi dal raccolto, con un profitto di 270.000 franchi. Dopo aver rimborsato il prestito, me ne rimanevano 210.000. Ho quindi chiesto un secondo prestito di 200.000 BIF (franchi burundesi – ndr) per avviare un negozio,
nel quale vendo vari articoli. Grazie al sostegno ricevuto, mi sono sentito motivato e ho fatto più pratica. Le idee creative stanno nascendo sempre di più: ho aggiunto altri servizi per ampliare il mio campo, come quello di ricarica delle batterie dei cellulari per le persone che non possono farlo a casa. Ho anche iniziato a produrre le ciambelle che vendo nel negozio. È un sollievo per la gente del posto, che prima percorreva lunghe distanze per acquistarle. Il mio capitale è ora di 680.000 BIF e riesco a guadagnare fino a 150.000 BIF al mese al netto di tutte le spese. Non ho più problemi a pagare l’affitto, né della casa né del negozio“.
Cakweli ha un sogno e spera di realizzarlo un giorno grazie al microcredito comunitario:
“Un giorno vorrei aprire una panetteria. Al momento uso il metodo tradizionale, ma vorrei diventare più professionale ed essere un panettiere famoso, contribuendo allo sviluppo del Paese attraverso il mio lavoro”.
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