Intervista a Luigino Bruni di Radio Vaticana
pubblicato su News.va il 4/02/2017
Condividere i profitti per combattere l’idolatria del denaro, cambiare le strutture per prevenire la creazione degli “scarti” e diffondere il “lievito” di una economia associata alla condivisione. Questi alcuni dei forti richiami rivolti dal Papa ai partecipanti all'Incontro "Economia di Comunione", realtà imprenditoriale basata sulla fraternità e la messa in comune dei profitti nell’ambito del Movimento dei Focolari. Sulle impressioni e gli stimoli di questo incontro, Gabriella Ceraso ha raccolto il commento di Luigino Bruni, coordinatore internazionale della rete:
R. – È stato un messaggio molto forte, che davvero raccoglieremo, mediteremo e praticheremo molto.
Perché evidentemente ha toccato dei temi molto importanti: tutta questa natura idolatrica del capitalismo e l'idea che lui ha detto riguardo il problema delle grandi imprese di oggi, che curano le vittime che loro stesse creano. E poi quando ha detto che il giorno in cui i produttori di armi faranno gli ospedali per curare i bambini mutilati, il sistema sarà perfettamente idolatrico. Ha detto cioè delle cose molto forti. Poi ha parlato del denaro – un suo tema classico – come “idolo”; diceva che l’unico modo per dire al denaro: “Tu non sei Dio!” è metterlo in comune.
D. – Quello che lui vuole è spingere per cambiare le regole del sistema economico?
R. – Sì. Ha detto che noi imprenditori non dobbiamo soltanto dare i soldi per le vittime. Quella del Buon Samaritano è una bellissima parabola, però basta a metà. Ci ha detto: dovete evitare che nascano le vittime, dovete evitare che i briganti facciano del male alle persone; dovete cambiare le regole del gioco.
D. – Questo come si fa, professore?
R. – Si può fare innanzitutto ponendosi il problema. Perché c’è tutto un modo, anche cattolico, di vedere il sociale come filantropico: tappi le falle del sistema senza domandarti se il sistema è giusto. Occorre anche un cambiamento di rotta: non perché il Papa non lo avesse detto finora, ma oggi lo ha detto in modo molto forte e chiaro; chi vuol sentire, sentirà.
D. – Anche a voi nello specifico, che già portate avanti il discorso di economia di comunione, ha chiesto uno scatto in più…
R. – Sì, ci ha detto: “Se voi non volete morire e rimanere un movimento piccolo, dovete donare quello che fate agli altri”. L’economia di comunione è un dono per tutti, non dovete tenerla gelosamente come una faccenda privata vostra ma dovete donarla alla Chiesa e all’umanità. Quindi dovete essere più presenti nella vita pubblica, nella Chiesa e nell’azione civile: farvi conoscere di più.
D. – Come imprenditore, come uomo di economia, che cosa vede di dover fare?
R. – Se ho capito bene, quando il Papa diceva che è bello accogliere i figli che tornano prodighi a casa, però dobbiamo fare in modo che nessun figlio mangi le ghiande perché nessun uomo merita le ghiande; che il lavoro ci sia per tutti! Quindi evidentemente in Italia è un invito molto forte, e non solo in Italia.