La realizzazione della giustizia sociale non richiede solo la promulgazione di leggi e politiche inclusive, ma anche un profondo cambiamento culturale e strutturale.
di Iranalha Carvalho*
Fonte: edc Brasil
Ogni giorno, migliaia di cuori umani battono con il sincero desiderio di costruire una vita dignitosa ed equa per se stessi, per le proprie famiglie e per il mondo. Tuttavia, di fronte alla povertà in tutte le sue dimensioni, alla violenza, alla distruzione dell'ambiente e all'indifferenza che permea queste e altre questioni, ogni persona è costretta a riflettere sul senso della vita, sul presente e sul futuro dell'umanità. Sorge quindi la domanda: come posso essere un agente di cambiamento? Qual è il mio ruolo nel mondo?
In questo senso, la giustizia sociale rappresenta un'aspirazione fondamentale che risale all'antichità ed è presente nelle società contemporanee, cercando di bilanciare e correggere le disuguaglianze sistemiche. Sebbene sia un concetto radicato nei codici legali, nelle dottrine e nelle filosofie, la sua realizzazione pratica è spesso impegnativa.
La realizzazione della giustizia sociale non richiede solo la promulgazione di leggi e politiche inclusive, ma anche un profondo cambiamento culturale e strutturale. Ciò richiede l'impegno attivo delle istituzioni, delle organizzazioni della società civile e degli individui, che adottino misure concrete per promuovere le pari opportunità, l'accesso equo alle risorse e ai servizi di base e il rispetto della diversità e della dignità di tutti i membri della società.
Inoltre, l'educazione, la sensibilizzazione, la solidarietà e la fraternità sono fondamentali per costruire una solida base che sostenga la giustizia sociale ogni giorno e nel tempo.
In questo contesto, la ricerca di una società con diritti e opportunità accessibili a tutti diventa un obiettivo da raggiungere. Un obiettivo che richiede un atteggiamento di audacia, coraggio, creatività e intelligenza collettiva, per non diventare compiacenti di fronte alle sfide che incontriamo lungo il cammino, e per trasformare lo spazio in cui ogni essere umano è chiamato ad agire con le risorse e le potenzialità che ha a disposizione.
È con questo slancio che l'Economia di Comunione apre vie per trovare gli strumenti giusti per comprendere che un mondo più giusto, rigenerativo e fraterno inizia con la comprensione interiore della propria vocazione civile e umana a essere un agente di trasformazione nella causa di sradicamento della povertà e della disuguaglianza in tutte le sue dimensioni.
Papa Francesco (2016)¹, in un discorso sul tema della Cultura dell'Incontro, ha invitato ciascuno a non limitarsi a vedere l'altro, ma a guardare, a soffermarsi su questo altro, ad avvicinarsi, a toccare e a dedicare una goccia di vita al prossimo.
È in questa dinamica che la giustizia sociale passa da un concetto a una realtà tangibile, poiché la persona umana viene posta al centro dello sguardo e, di conseguenza, al centro delle decisioni sociali, politiche e istituzionali, con il risultato di azioni condotte in una prospettiva in cui tutti sono visti come membri della stessa comunità globale.
È in questa intenzione di azione che ora trovo scopo e significato nel lavorare con l'Economia di Comunione, perché in questa azione personale e collettiva posso trovare e collegare opportunità e vulnerabilità che favoriscono la piena realizzazione della giustizia sociale.
¹ PAPA FRANCESCO, Meditazioni mattutine alla Santa Messa celebrata nella cappella di Casa Santa Marta. Per una cultura dell'incontro, 13 settembre 2016.
* Iranalha Carvalho, lavora nell"Anpecom (Associazione nazionale per l'economia di comunione) come referente per la rete edc brasiliana.