Domenica 9 febbraio si è svolto a Napoli il convegno Prophetic Economy Young dal titolo “Valorizzare la bellezza per dare Speranza.” Presenti circa 250 giovani e adulti provenienti da tutta Italia. L’evento è stato anche in preparazione ad Economy of Francesco che si terrà il prossimo marzo ad Assisi.
di Paolo Matterazzo
pubblicato su Nomadelfia.it il 12/02/2020
Prophetic Economy è un processo iniziato circa due anni fa a Castelgandolfo con un grande evento che coinvolgeva circa 500 persone di vari paesi di tutto il mondo. L’incontro è stato promosso da varie realtà del mondo cattolico e laicale che sono impegnate a vari livelli nel proporre nuovi stili di vita rispettosi ed inclusivi che riescano ad unire il grido della terra insieme a quello di poveri.
Sono qui fermo davanti alla tastiera, cercando di convogliare in caratteri e battute quello che è successo domenica 9 febbraio scorso a Napoli nel rione Sanità. Forse sono troppo coinvolto, forse ho paura di dimenticare qualcosa di importante o forse probabilmente non sono io la persona giusta che può scrivere questo articolo. Perché pur avendo collaborato insieme a molti altri a preparare questo evento, pur avendo partecipato con attenzione e sincero coinvolgimento quello che è successo supera ampiamente qualsiasi mia aspettativa o previsione.
I protagonisti attesi erano i giovani; l’evento si chiamava Prophetic Economy Young, come promesso dai ragazzi stessi a Roma nel corso dell’evento Prophetic Economy 2.0, lo scorso giugno: “La prossima volta venite a Napoli e sarete voi adulti ad ascoltare noi”.
Non è facile ascoltare seriamente i giovani, soprattutto quando sono preparati e motivati, ma se lo si fa con un cuore accogliente non si può rimanere indifferenti. I loro discorsi sono pieni di speranza e concretezza, svuotati dalla retorica di chi con giochi di parole cerca di trovare giustificazioni e risposte ad ogni quesito. La forza di quello che dicono è sconvolgente perché sono ancora capaci di sognare e sono consapevoli che questo è il loro momento, quindi vogliono essere protagonisti del loro futuro, e di conseguenza anche del loro presente.
Potrei raccontarvi dei vari laboratori, oppure della favolosa e ispirante esperienza della Cooperativa La Paranza che ci ospitava nelle suggestive Catacombe di San Gennaro nel Rione Sanità e che ha aperto l’evento raccontandoci come la vivacità e la determinazione di alcuni giovani ha ridato speranza ad un intero quartiere, o del bellissimo dialogo tra i giovani e Luigino Bruni (presentato come famoso economista e caro amico), ma sarebbe ridurre quello che abbiamo vissuto a fredda cronaca.
Non riesco ancora a cogliere pienamente i frutti di questo incontro, non so quanto potrà cambiare il nostro mondo, le nostre città o semplicemente il nostro cuore. Quello che ho imparato ulteriormente è che non esiste il caso, ma che ogni incontro può scuoterci, può metterci in discussione e può farci crescere.
Soprattutto perché proprio i giovani insegnano che non sempre l’importante è il risultato, ma l’esperienza. Ma lasciamolo dire a loro. Per esempio, Maria: “Mi porto a casa senz’altro l’esperienza vissuta oggi ed anche gli altri input che mi sono arrivati ma soprattutto l’amore che circolava tra tutti ma in particolare tra noi e i ragazzi di Nomadelfia eravamo un cuor solo ed un’anima sola… sono contentissima, ritorno a casa ricca ma non materialmente ma nell’animo e per questo devo ringraziare ciascuno di voi.” Oppure Simona: “Grazie della bellissima giornata passata insieme. Mi sono sentita proprio come se fossimo un solo corpo, si è sentita l’unità tra di noi nei momenti belli e in quelli in cui abbiamo tentennato un po’.”
Ma voglio chiudere con l’esortazione di Luigi: “Grazie di cuore a tutti oltre a questa giornata, grazie per ciò che siete ogni giorno ognuno nei propri paesi. Cerchiamo di rimanere sempre uniti… questo è solo l’inizio”