Intervista a Luigino Bruni a Radio Vaticana sul World economic forum, 22 gennaio 2014
"Non mi aspetto molto. Ci vorrebbe anzi una Davos dei poveri!"
"Papa Francesco ha invitato i partecipanti al Forum economico mondiale di Davos a lavorare perché la ricchezza sia davvero al servizio dell'umanità e non la governi. A non tollerare che migliaia persone muoiano di fame e numerosi profughi non trovino accoglienza. A realizzare una più equa distribuzione delle ricchezze, creare opportunità di lavoro, attuare la promozione integrale dei poveri. E' un appello molto importante perché a Davos si riuniscono i rappresentanti di un'economia che è molto distante nella sua filosofia di fondo da quella del Pontefice, espressa così bene nella Evangelii Gaudium".
Lo afferma Luigino Bruni, docente di economia politica all'università Lumsa, commentando il messaggio papale letto dal card. Turkson alla cerimonia inaugurale del World economic forum 2014. "Se mettiamo a confronto ciò che il Papa dice nella sua esortazione apostolica - sull'esclusione, la diseguaglianza che cresce e un'economia che uccide - e ciò che ascoltiamo nelle dichiarazioni ufficiali dei capi dell'economia e della finanza, vediamo che sono due mondi paralleli che non s'incontrano", spiega Bruni.
"Credo che il Papa stesso sappia che di fronte alle sue parole l'uditorio di Davos si sia probabilmente comportato come l'areopago di Atene di fronte a Paolo che annunciava la resurrezione dei morti, dicendogli: 'Su questo ti ascolteremo un’altra volta'. Oppure abbia considerato il suo messaggio un testo morale irrilevante per l'economia che conta", commenta il prof. Bruni. "C'è molto cinismo - aggiunge l'economista - nel mondo dell'altra finanza e dell'economia. Quindi non mi aspetto una conversione dei partecipanti al forum di Davos. E' una sorta di liturgia postmoderna del capitalismo. E' un mondo che rappresenta una élite finanziaria, quelle poche decine di persone che hanno in mano metà della ricchezza mondiale così ben descritte recentemente da un rapporto Oxfam. Non credo che da lì possa arrivare quella svolta così necessaria in un'economia che, dopo le tante cose belle prodotte in 200 anni, con l'ultima generazione di capitalismo finanziario sta creando tante diseguaglianze e tanta esclusione in tutto il mondo". "Piuttosto - spiega Bruni - io mi auguro che, magari in Vaticano, sia lo stesso Papa Francesco ad organizzare, in futuro una 'Davos dei poveri', dove i politici del mondo siano invitati ad ascoltare chi racconta un'altra storia: quella dell'Africa, delle famiglie disoccupate. Un luogo in cui non si dia la parola ai finanzieri, ai grandi imprenditori, ma ai missionari, alle religiose che lavorano con i poveri nelle periferie del mondo, perché ci raccontino la loro versione del capitalismo e non solo quella dei topo manager delle grandi multinazionali che stanno affamando l'Africa". (a cura di Fabio Colagrande)
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