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“Il senso dei miei studi”: Lourdes Hércules, dal Guatemala a Sophia

Perché una giovane giornalista latinoamericana decide di proseguire i suoi studi a Sophia e che cosa scopre nell'università sognata da Chiara Lubich? Intervista a Lourdes Hércules, al 2° anno del corso di studi in "Scienze economiche e politiche"

pubblicato su Loppiano.it

Lourdes Hércules ha ventisette anni e viene dal Guatemala. In patria, ha studiato giornalismo ed ha lavorato in TV, occupandosi di politica. Il suo primo incontro con Sophia, avviene nel 2014, quando decide di frequentare una summer school in Argentina, presso la Mariapoli Lia, promossa proprio dall'Istituto Universitario Sophia. Subito dopo, molti dei suoi compagni di corso sono partiti per l'Italia, per completare gli studi a Loppiano, dove ha sede l'Università.

«Io non ero molto convinta – ci racconta –. L’unico corso di studi attivo, in quel periodo, era quello in “Cultura dell’unità” e io mi domandavo come avrei potuto spendere questo titolo nel mio paese. Poi, si è aperta la possibilità della laurea magistrale in “Scienze economiche e politiche”. Non credo che entrerò mai in politica ma come giornalista mi interessano molto questi temi».

È così che, nel 2017, Lourdes sbarca a Loppiano. «Per me è una grande opportunità. Qui, oltre alle lezioni, ci sono cattedre, seminari, corsi liberi, molte attività complementari allo studio. Certo, è un’università come tante altre… ma alcuni aspetti sono, secondo me, unici».

«Per esempio?»

«Qui, il binomio vita-studio è inscindibile. L’esperienza di vita si integra perfettamente con quella accademica. In aula, si parla di dialogo e interculturalità? Nelle residenze, dove conviviamo con studenti di 4 o 5 continenti diversi, ne facciamo esperienza concreta. Si parla di democrazia, libertà, diversità? Siamo in un contesto nel quale questi concetti diventano fatti, rapporti, anche conflitti a volte ma mai separati dalla vita».

«Certo le materie che studiate hanno dei titoli particolari: “Ontologia della persona e delle relazioni”. È un corso di filosofia o di scienze politiche?»  

«L’interdisciplinarietà è un altro aspetto che ho scoperto molto importante. Oggi, la didattica nelle università è impostata prevalentemente su “cosa andrà domani per la maggiore”. Questo approccio rivolto quasi unicamente al futuro, genera una formazione accademica frammentata e superficiale. In America Latina questa tendenza, secondo me, è molto forte. Qui, a Sophia, invece, cerchiamo di andare alla radice delle diverse discipline. Per capire il significato che oggi attribuiamo a parole come “persona” o “relazione”, dobbiamo andare indietro nel tempo e scoprire le radici di queste categorie mentali. Per me è stato appassionante».

«Ora sei a metà percorso. Se tutto va bene, tra un anno l’Istituto Universitario Sophia, ti consegnerà il titolo. Cosa ti porterai a casa oltre alla pergamena?»

«Una cosa che considero di grande valore: il senso della mia professione. Anzi, vedo che tutti qui, al di là dei diversi percorsi da cui proveniamo, scopriamo della nostra determinata professione, il senso più profondo. Io continuerò a fare la giornalista, ma sono sempre più cosciente del ruolo che ho nella società e della responsabilità che ne deriva. Nella tecnica professionale non è cambiato niente, ma sento che sto acquisendo gli strumenti che permetteranno al mio giornalismo di svolgere quel suo ruolo fondamentale nella democrazia».

Papa Francesco, a Loppiano, ha parlato di "formazione integrale", che deve coinvolgere la testa, il cuore e le mani. Ascoltando Lourdes, sembra che l'Istituto Universitario Sophia abbia imboccato proprio questa strada.

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