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«Il mio impegno per il clima nel segno di san Francesco»

EoF: le storie - Maria Carvalho lavora in South Pole, società di consulenza dove si occupa di politiche legate a energia e contrasto al climate change

di Maria Gaglione

pubblicato su Avvenire il 14/12/2019

Pinguini e ghiaccio. Visitando il sito ufficiale di South Pole, immaginiamo che assisteremo ad una lezione su climate change e tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio. Invece, in video chiamata da Londra, Maria esordisce: «E se san Francesco fosse stato un economista?» Maria Carvalho lavora presso South Pole, una società di consulenza dove si occupa di politiche per l’energia e il clima.

Origini indiane, dal 2006 vive e lavora a Londra. Cresciuta fra Arabia Saudita e Canada, è una giovane donna dalla grande fede. Ci svela quanto la sua vita sia continuamente ispirata dal santo di Assisi: «Conosco la storia di Francesco, messaggio di fraternità universale, oggi più di ieri. Ho scelto di diventare uno scienziato sociale per combattere le povertà e la disuguaglianza nel mondo. Sentivo che questo impegno avrebbe risposto ad una mia profonda vocazione». Dopo la laurea in Economia, ha conseguito un Master e un Dottorato di ricerca in Politica ambientale presso la London School of Economics and Political Science, e il suo BAH in Economia e Sviluppo presso la Queen’s University in Canada. Ma come? - le domandiamo - Volevi combattere le povertà e sei finita a lavorare per il clima? «Il grido dei poveri e il grido della terra sono lo stesso grido, oggi questo è molto chiaro. L’impegno per il clima da parte di governi e imprese ha una dimensione morale. Non aver conciliato sviluppo sostenibile e cambiamenti climatici ha spinto, e continua a spingere, centinaia di milioni di persone nella povertà con devastanti conseguenze sociali ed economiche a livello globale».

Almeno mezzo miliardo di persone vive in aree dov’è in corso un processo di desertificazione. Terre aride e desertiche sono più vulnerabili ai cambiamenti climatici e a pagarne le conseguenze sono soprattutto le popolazioni più povere di Africa e Asia, costrette ad emigrare. Per gli scienziati, adottare tecnologie a basse emissioni di carbonio, puntare su energie rinnovabili, efficienza energetica, produzione sostenibile di cibo, riduzione della deforestazione potrebbero mitigare l’impatto del climate change. Ma tutto ciò viene profondamente minacciato da politiche che continuano a rimandare l’assunzione di impegni forti e vincolanti per l’abbandono di pratiche inquinanti e di sfruttamento irresponsabile delle risorse naturali. «D’altra parte – ricorda Maria – milioni di nuovi posti di lavoro, i così detti green jobs, sono già stati creati attraverso le azioni per il clima in tanti settori. Nei miei oltre 12 anni di esperienza in ricerca e consulenza, ho potuto appurare che se da una parte la crescita economica ha liberato molti uomini e donne dalla povertà, non è riuscita ad affrontare i problemi ecologici e sociali legati alla disuguaglianza e alla sostenibilità». I servizi di consulenza di South Pole aiutano i governi a progettare politiche climatiche efficaci per raggiungere gli obiettivi internazionali e lavora a sostegno delle aziende e delle comunità perché anche i modelli e i sistemi di produzione e consumo siano conformi ai regolamenti in vigore. «Il nostro team di oltre 300 imprenditori sociali in tutto il mondo è continuamente a lavoro per sviluppare e proporre soluzioni innovative, conformi alle normative ambientali. Un impegno che si è concretizzato in oltre 700 progetti in diversi settori (energie rinnovabili, silvicoltura, agricoltura, industria) che hanno portato a 15 miliardi di dollari di investimenti in energia pulita. Interventi che hanno impattato positivamente sulla vita di 20 milioni di persone in tutto il mondo, contribuito a creare quasi 100.000 posti di lavoro nei paesi in via di sviluppo, portato al risparmio di oltre 170 milioni di tonnellate di CO2, consentito la produzione di 140.000 GWh di energia rinnovabile e protetto o recuperato 55.000 km2 di terreno». «Partecipare a The Economy of Francesco è una grande opportunità per chi vuole costruire una nuova un’economia moderna, competitiva e sostenibile. Ma non dovremmo essere timidi, altrimenti avremmo rischiato di sprecare questa occasione unica». A che rischio si riferisce? «Dovremo essere rivoluzionari anche noi e, a partire dal messaggio francescano, dare un nuovo orientamento alla nostra economia».

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