Il 20 e 21 febbraio, in un'atmosfera gioiosa di festa si è svolto il congresso EdC alla Mariapoli Faro, Croazia.
di Dina Perkov
Per festeggiare i 25 anni di Edc sono arrivati alla Mariapoli Faro oltre che dalla Croazia, anche da Serbia, Romania, Macedonia, Slovenia, Bosnia ed Erzegovina per un totale di 120 persone: i presenti, professori, imprenditori, operai e studenti, hanno seguito con interesse un programma molto variegato. Luigino Bruni, ha esordito sottolineando quanto si debba ringraziare per questi 25 anni, per tutte le persone che credono in questo progetto, ma anche per quelle che hanno intrapreso questa strada ma poi non ce l'hanno fatta, perché le imprese sono creature vive che nascono e poi anche muoiono.
Quindi ha posto l'accento sull'importanza della comunione: "EdC ieri, oggi e domani funzionerà nelle comunità di persone che vivono la comunione dei beni. Se si perdesse quella dimensione che significa fraternità, comunione, festa, gioia, non servirebbe a niente l'aiuto dei donatori. Questa dimensione popolare di aiutarsi fra di noi deve essere la base dell'EdC." Ed ha aggiunto: “Bisogna lanciare la creatività, creare mille modi per vivere oggi l'EdC”.
In una sala in cui numerosi erano i giovani, di cui molti studenti di economia, si percepiva l'entusiasmo e la forza di queste nuove idee, presentate in modo vivo e dinamico. Coinvolgenti anche le esperienze: una impresa familiare ha testimoniato che non ha mai evitato di pagare le tasse; due imprenditori che operano nello stesso ambito e nella stessa città e potrebbero essere concorrenti, condividendo il progetto Edc collaborano e vivono la comunione. Alcune imprese muovono i loro primi passi, altre vivono momenti di difficoltà, altre ancora affrontano varie sfide, ma nel contempo vivono anche successi e gioie. Tutto questo, ad essere condiviso acquista un nuovo valore arricchendo e coinvolgendo i partecipanti nella logica della comunione.
Alcuni giovani hanno descritto come vivono la cultura del dare. Luigino Bruni -che ha sempre ritenuto il ruolo dei giovani fondamentale nell’Edc-, li ha spinti a puntare in alto con i propri desideri, non accontentadosi delle piccole cose (come uno smartphone): "Voi giovani dovreste essere fieri e dire ai vostri compagni di scuola: le cose di cui io mi occupo sono più smart delle tue."
Sull'EdC come stile di vita ha testimoniato con convinzione la prof.ssa Mirna Valdevit dall’Università di Zagabria. Nell'ambito delle tavole rotonde e nei workshop veniva in evidenza la necessità di una comunione più partecipata tra imprenditori e tra imprenditori e giovani, e di scuole sociali. E’ stata presentata l'iniziativa di Slotmob, con la proposta di fare qualcosa del genere anche in Croazia e la banca etica che fra poco si aprirà in Croazia. Non è mancato naturalmente un momento di festa per il venticinquesimo, con una torta e musica dal vivo.
"Non dobbiamo essere consumatori della comunione, ma i suoi creatori", ha detto alla fine Luigino Bruni invitando ciascuno a formare attorno a sé un gruppo di almeno 20 persone con cui scambiare le idee e le attività dell' EdC. “Dobbiamo sentire di più la spinta ad annunciare l'EdC ai nostri amici, perché se vogliamo essere tutti qui fra 25 anni, dobbiamo creare 100, 1000 imprese nuove”, ha aggiunto accompagnato con gli applausi dei presenti. La creatività si è messa in moto, con idee e proposte per far arrivare EdC in nuovi ambienti.
"Ho pensato di venire ad ascoltare belle idee sull'economia, invece ho conosciuto un progetto che già funziona", ha commentato uno studente arrivato per la prima volta. Ed un altro: "Per me la gioia più grande era vedere facce nuove di giovani, che seguivano il programma con grande entusiasmo. Conto i giorni che mi separano dal prossimo incontro, con la fede e speranza più grandi che questa è la strada giusta e che tutti noi possiamo insieme raggiungere la nostra meta."
"Mi ha impressionato in modo particolare l'entusiasmo e la forza speciale degli imprenditori che lavorano in questo modo e che vivono ogni giorno come ‘colombe in mezzo ai falchi' "
"Avevo l'impressione che la teoria e la prassi si completassero perfettamente durante tutto l'incontro, non c'erano “la teoria” e “la prassi” ma erano una cosa sola… Si sentiva una grande comunione…"
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